(Adnkronos) – Sul fronte varianti del Covid-19, in Italia si conferma una “prevalenza assoluta di Omicron, con la variante BA.2 che supera nettamente il 90% in molte regioni. Stiamo monitorando attentamente l’andamento dei sottolignaggi BA.4 e BA.5”, che tuttavia “da noi sono ancora abbastanza limitati”, con Omicron 5 “leggermente prevalente sulla 4”. A fare il punto è Anna Teresa Palamara, a capo del Dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss), in un video in cui commenta i principali dati emersi dal monitoraggio sull’andamento di Covid-19 in Italia.
“Queste due sottovarianti – ricorda – sono state attenzionate perché contengono alcune mutazioni che potrebbero dare una immunoevasione, ma per il momento non ci sono assolutamente motivi di preoccupazione”, rassicura l’esperta.
Palamara sottolinea poi che “le reinfezioni hanno raggiunto e superato il 6% del totale dei contagi di Covid-19, questa è una caratteristica costante in tutti i Paesi. Addirittura si stima che il rischio di reinfezione con Omicron sia aumentato di 18 volte. Fortunatamente questi casi di reinfezione non sono associati a malattia grave”.
REZZA – “Anche questa settimana la situazione epidemiologica” da Covid-19 “tende a migliorare. Considerato però che il tasso di incidenza è ancora relativamente elevato, è bene continuare a mantenere comportamenti ispirati alla prudenza , e completare il ciclo vaccinale, soprattutto effettuare il secondo richiamo, ovvero la quarta dose, per coloro che sono particolarmente fragili e anziani”. Così il Direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza, in un videomessaggio, commentando i dati settimanali del monitoraggio della cabina di regia.
Rezza ricorda i ‘numeri’ emersi dal bollettino diffuso oggi dall’Istituto superiore di sanità: “il tasso di incidenza dei casi scende a 375 casi per 100mila abitanti, ed è in diminuzione anche l’Rt che si fissa intorno a 0,89, quindi al di sotto dell’unità. Per quanto riguarda il tasso di occupazione dei posti letto di area medica e di terapia intensiva siamo rispettivamente al 10,9% e al 3,1%, quindi vediamo una ulteriore decongestione, soprattutto dell’area medica”.