Home CRONACA CRONACA ITALIA Omicidio Tommy, permesso premio per la ex dell’infanticida

Omicidio Tommy, permesso premio per la ex dell’infanticida

Fu un caso atroce, che ancora oggi ricordiamo perfettamente. Il rapimento e poi l’omocidio del piccolo Tommaso Onofri, un ‘angioletto’ di 17 mesi, con due occhioni cerulei, circondati da una cascata di boccoli d’oro. Il bimbo, dopo che i suoi genitori vennero legati ed imbavagliati nel corso di un’irruzione da parte di due rapinatori, venne rapito il 2 marzo 2006. Seguirono settimane di grande ansia, che tennero l’Italia intera senza fiato. Oltretutto, spiegarono i genitori ai media (sperando così da poterlo far sapere ai rapitori), per via di una patologia il piccolo Tommaso aveva bisogno di prendere un farmaco con cadenza quotidiana. Questo concorse ad alimentare le speranze di tutti. Fatto è che dopo serrate indagini, gli inquirenti isolarono le impronte digitali di uno dei due rapitori: tale Salvatore Raimondi. Da questi arrivarono poi a Mario Alessi, un muratore che, nei mesi precedenti, aveva eseguito dei lavori in casa della famiglia Onofri. Oltre ai due venne arrestata anche Antonella Conserva, moglie del muratore, ma del piccolo Tommy nessuna traccia. Dopo lunghi e duri interrogatori alla fine Alessi confessò: era stato lui ad uccidere il bimbo, la sera stessa del rapimento. Tommy piangeva troppo e questa cosa lo ‘innervosì’, senza pietà, l’uomo finì per uccidere il bimbo a pugni.
Fu lo stessi Alessi ad accompagnare i carabinieri laddove aveva sotterrato il corpicino dello sfortunato bambino, sulle rive del fiumiciattolo Enza, a Casalbaroncolo, in provincia di Parma. A seguito del processo che ne seguì, i due uomini vennero condannati all’ergastolo mentre, Antonella Conserva, a 24 anni di carcere.

La madre di Tommy: “la legge schifosa glielo permette”

Ebbene, oggi News Mediaset ha informato che Antonella Conserva, detenuta nel carcere di Bollate a Milano (ed ex compagna di Mario Alessi), grazie ad un permesso premio potrà uscire. Una notizia che ha sconvolto la signora Paola Pellinghelli, madre del piccolo Tommy (il marito, Paolo Onofri, morì stroncato da un infarto, ulteriormente umiliato da una detenzione di 6 mesi, per alcuni file pedopornografici ritrovati in un vecchio pc ‘buttato’ in uno dei capannoni di sua proprietà). “E’ stata una doccia fredda – ha affermato amareggiata la donna – ma tempo qualche giorno e mi rimetto in forma’. Antonella Conserva deve fare i conti con la sua coscienza, sempre che ce l’abbia. Penso che ci sia poco da dire, la nostra legge schifosa glielo permette, bisogna riguardare le leggi. Da 14 anni sostengo che ci sono persone che puoi recuperare e ci sono persone che vanno guardate a vista, ce ne sono tante. Un’altra cosa di cui mi sono resa conto – ha quindi aggiunto la Pellinghelli – è che la vita di mio figlio non vale niente ma anche tante altre vite non valgono niente. Io faccio solo parte di una cerchia di vittime che devono scontare l’ergastolo senza permessi premio“.
Max