È iniziato oggi, davanti alla Corte d’Assise di Roma, il processo per l’omicidio di Luca Sacchi, ucciso con un colpo di pistola alla testa la notte del 23 ottobre dello scorso anno davanti al pub John Cabot, zona Colli Albani. L’udienza, che si è svolta a porte chiuse come previsto dalle disposizioni anti Covid-19, è stato rinviata al 9 giugno. Un periodo “per permettere a tutte le parti di poter visionare gli ultimi atti d’indagine della procura di Roma e per poter rispettare il termine di sette giorni ed eventualmente integrare le liste testimoniali”, hanno detto a Repubblica Armida Decina e Paolo Salice, i legali della famiglia Sacchi.
A processo ci sono Paolo Pirino e Valerio Del Grosso, i due ventenni di San Basilio accusati di essere gli autori materiali dell’aggressione, Marcello De Prosperis, che consegnò la pistola, e suo padre Armando, accusato della detenzione della calibro 38 con cui Luca è stato ucciso. La procura contesta a Pirino, Del Grosso e De Prosperis anche l’aggravante previsto dall’art. 577 del codice penale: la premeditazione.
In aula c’era anche la fidanzata della vittima, Anastasyia Kylemnyk, coinvolta sia come imputata per la violazione della legge sugli stupefacenti sia come parte offesa. “Ci ha fatto male rivederla. È stato un impatto fortissimo. Non ci ha degnato di uno sguardo”, hanno riferito i genitori di Sacchi. Era la prima volta dalla morte del figlio.
Non era presente Giovanni Princi, ex compagno di classe di Luca, accusato come Anastasyia per la violazione della legge sulle droghe. Ora è ai domiciliari e sarà processato, con rito abbreviato, il 28 maggio.
Mario Bonito