Un omicidio, quello di Giulio Regeni, compiuto da torturatori professionisti che probabilmente puntavano anche a rovinare le relazioni dell’attuale governo egiziano con quello italiano”. Non ha dubbi il vescovo copto cattolico di Giza, Anba Antonios Aziz Mina, esprimendo le sue idee davanti a un cronista dellagenzia di stampa Fides. “Quel ragazzo aggiunge ancora il vescovo – era impegnato in uno studio scientifico sui sindacati indipendenti e secondo il referto del medico legale è stato torturato da professionisti, perché le torture a cui è stato sottoposto possono essere perpetrate solo avendo a disposizione camere di tortura e attrezzature particolari”. Anba Antonios, cheè voluto essere presente al Cairo (presso l’Ospedale italiano) in occasione della preghiera davanti al corpo del ricercatore ucciso, ribadisce che a suo avviso i responsabili di tale nefandezza sono gli aguzzini di Regeni: “Il ragazzo italiano – ha aggiunto – è scomparso il 25 gennaio, nell’anniversario della sollevazione che portò alla fine del regime di Mubarak. Inoltre, dopo averlo ucciso, i torturatori potevano far sparire il corpo, seppellirlo in una buca nel deserto e non lo avrebbe ritrovato nessuno. Invece – ha proseguito -a mio giudizio hanno fatto in modo che la salma fosse ritrovata, guarda caso nello stesso giorno in cui era in visita in Egitto il ministro italianoper lo sviluppo economico, Federica Guidi, accompagnata da 30 uomini d’affari, per incontri in cui dovevano essere firmati importanti accordi economici. Quella visita è stata interrotta dopo l’incontro con il presidente Adel Fattah al-Sisi dice ancora Anba Antonios – e questom non può non far pensare all’intenzione deliberata di rovinare le relazioni dell’Egitto con l’Italia, uno dei Paesi che continuano a sostenere e a condividere interessi comuni con il governo egiziano”. Ma il vescovo si dice convinto che nulla potrà guastare le eccellenti relazioni tra lItalia e lEgitto, cosa che “traspare anche da come i due Paesi stanno gestendo le indagini sul caso. Registro ogni giornoil dolore del popolo egiziano per quello che è successo a Giulio Regeni e per le sofferenze dei suoi familiari. E sono convinto che gli apparati egiziani daranno la loro collaborazione alla ricerca della verità. Quello chemi dispiace è aver sentito qualcuno, anche in Italia, che di quel povero ragazzo dice: ’Se l’è andata a cercare’”.
M.