Omicidio Leo, il possibile colpo di scena

    Le motivazioni riportate nella confessione di Said Mechaouat per l’omicidio Leo sono state per chiunque un mix di assurdo, inspiegabile e agghiacciante. Eppure, quando un delitto del genere viene compiuto senza un movente “classico”, qualcosa sembra sempre non tornare. Ecco perché gli ultimi risvolti, con le rivelazioni di Nicola, padre dell’uomo che è divenuto poi il nuovo fidanzato della ex di Said Mechaouat, possono riaprire clamorosamente il caso: l’ipotesi è quella che il reo confesso possa aver ucciso non perché Stefano Leo “era felice”, ma per un tragico scambio di persona.

    Omicidio Leo: ecco il possibile movente alternativo

    Una certa somiglianza fra la vittima e suo figlio, oltre alle dichiarazioni del signor Nicola fanno nascere più di un dubbio sulla verità in merito all’omicidio Leo. “Aveva minacciato che un giorno o l’altro gli avrebbe tagliato la gola”, afferma il padre del nuovo compagno della ex fidanzata di Said Mechaouat. Di mezzo anche un figlio, quello di Said che ormai non vedeva da anni e che ormai chiamava qualcun’altro “papà”, ovvero Fabio, il figlio di Nicola. “La barba, il sorriso, a parte gli orecchini e il colore degli occhi si assomigliano come due gocce d’acqua. Quell’uomo voleva sgozzare mio figlio, non quel povero ragazzo”, ha osservato l’uomo che rischia di ribaltare completamente le convinzioni sull’omicidio Leo. Per cui non ci sarebbe più un insano gesto di una persona disturbata, ma un intento premeditato, un obiettivo per preciso che però sarebbe stato tragicamente confuso. “Said e Fabio si conoscono, hanno litigato spesso perché mio figlio difendeva la sua compagna con cui vive da diversi anni. Ma forse Said  si è confuso, non lo so”. E poi ancora continua Nicola: “Dobbiamo solo accendere un cero. A noi è andata bene, ma è terribile quel che è successo a quel ragazzo e alla sua famiglia”. Nel frattempo, il vice procuratore di Torino, Paolo Borgna, ci va coi piedi di piombo: “L’indagine è ancora densa di sviluppi, sia sul fatto, sia sul movente. Però oggi abbiamo una confessione, che non è più la regina delle prove, però è comunque una prova importante, corroborata da alcuni elementi molto significativi”.