Said Mechaquat, luomo che ha confessato di essere il responsabile dellomicidio Leo, era libero per un banale errore. Queste cose non devono succedere ma purtroppo è qualcosa è successo: un problema nellesecuzione, la cui responsabilità non è dei magistrati. Il sistema è malato. Sono qui a dire che ce la metteremo tutta affinché non possa più accadere una cosa simile, anche se non posso nemmeno garantirlo ha affermato il presidente della Corte dAppello Edoardo Barelli Innocenti.
Omicidio Leo, le scuse del presidente della Corte dAppello
Patisce quasi un senso di vergogna il presidente della Corte dAppello nellatto di spiegare per quale motivo Said Mechaquat, il reo confesso per quanto riguarda lomicidio Leo, è attualmente in stato di libertà. Il magistrato ha dato spiegazione sullintricato sistema delle sezioni penali di secondo grado, ponendo però luce sul fatto che non vi sono colpe imputabili ai magistrati e che i tempi del procedimento sono stati quelli giusti. Detto questo, il 9 maggio la sentenza definitiva avrebbe dovuto essere notificata allufficio esecuzioni della Procura: troppi fascicoli arretrati, il personale che manca e la necessità di dare priorità ai casi di condanna superiori a tre anni: ecco perché lassassino di Stefano Leo, con una condanna nel 2016 a 18 mesi di carcere, quel maledetto 23 febbraio non era in carcere dove avrebbe dovuto essere.
Ci sono 965 fascicoli gia sentenziati tra 2016 e 2017 che sono ancora da eseguire solo in quella sezione. Diecimila invece sono quelle dalla metà del 2017 in poi. ha spiegato Barelli, che poi assicura unindagine interna amministrativa. “Come rappresentante dello Stato mi sento di chiedere scusa alla famiglia ma vorrei che si comprendesse che non cè nessuna certezza che il 23 febbraio Said Mechaquat non dovesse essere in carcere. Anche in sede esecutiva ogni sei mesi ci sono 45 giorni di beneficio. E se anche imputato entra in carcere può avere misure alternative.
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