L’andamento del mercato delll’olio di oliva nel primo trimestre 2021, alla prima fase di scambio, vista la domanda molto dinamica degli imbottigliatori, grazie alla ripresa dell’attività del canale Horeca, ha spinto in alto le quotazioni degli extravergini, che si sono attestate mediamente nel primo semestre dell’anno sui 4,60 euro al chilo evidenziando un incremento del 45% su base tendenziale. È quanto emerge dalle elaborazioni Ismea sulla base dei dati dichiarativi di Agea contenute nel report Tendenze olio di oliva relativo al primo trimestre 2021.
Anche le importazioni hanno ricominciato a marciare, dopo la frenata registrata nel 2020, per sopperire alla carenza di materia prima italiana. Nei primi 3 mesi del 2021, l’Italia ha incrementato i suoi acquisti di olio di oliva del 16% con esborsi superiori di oltre il 43% a causa dell’aumento dei prezzi internazionali.
Sul fronte attivo della bilancia commerciale, si osserva invece un netto ridimensionamento dei volumi esportati rispetto al medesimo trimestre dello scorso anno (-6,4%) a fronte, però, di una tenuta dell’export in valore (-1%). Torna quindi in negativo il saldo della bilancia commerciale dopo che il 2020 si era chiuso con un avanzo di 97 milioni di euro, situazione peraltro piuttosto anomala per il settore. Basti considerare che negli ultimi 20 anni il saldo positivo si è registrato solo 5 volte.
In generale, comunque, l’indice del clima di fiducia del primo trimestre 2021, in cui gli operatori guardano in prospettiva i mesi a venire, è tornato su terreno positivo e con un valore assoluto tra i migliori degli ultimi anni. A dare impulso ad un certo ottimismo sono state sicuramente le aspettative di crescita sugli ordini anche in vista delle riaperture dell’Horeca.
Terminate le attività di molitura, il dato relativo alla produzione olearia della campagna in corso si attesta a 273 mila tonnellate, in flessione del 25% sulla campagna precedente.
A condizionare la raccolta, sottolinea l’Ismea nel report, è stata soprattutto l’alternanza tra carica e scarica nelle regioni del Sud, dove Puglia, Calabria e Sicilia fanno registrare contrazioni nella produzione di olio rispettivamente del 45%, 36% e 5%. Al Centro Nord si confermano, invece, le previsioni piuttosto rosee di inizio autunno con il doppio della produzione in Toscana, il +82% dell’Umbria, il +58% nel Lazio e il triplo della Liguria.