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Olimpiadi, Carini: “Questa per me non è una sconfitta”

Angela Carini si è ritirato dopo 40 secondi dall’inizio del match con l’atleta algerina Imane Khelif nei pesi welter dell’Olimpiade. Troppo forti i colpi dell’avversaria, al centro di un caso diventato politico in Italia. Un ritiro che fa male a Carini, che davanti ai microfoni afferma: “Questa per me non è una sconfitta, essere qui, scavalcare quella corde è un onore”.

Ha aggiunto la pugile: “Non sono nessuno per giudicare e non ho nulla contro la mia avversaria. Avevo un compito e l’ho eseguito anche se non ce l’ha fatta. Tutto quello che è accaduto prima dell’incontro non ha influito assolutamente”.

“Angela ha ricevuto centinaia di messaggi, anche sui social, che la invitavano a non combattere per la sua incolumità e per dare un segno di protesta”, dice il direttore tecnico Emanuele Renzini.

Parole che fanno eco a quelle della messicana Brianda Tamara, che aveva affrontato Khelif qualche tempo fa: “Ho sempre combattuto come una guerriera ma anche i guerrieri a volte si arrendono. Quando la battaglia è persa conficcano la spada nella terra, con onore. Ed è quello che ho fatto io. Non mi sono arresa, ho solo detto a me stessa che non era il mio momento. Devo accettarlo e andare avanti. Non mi fa paura nulla dopo la morte di mio padre e se è andata così è perché Dio e mio padre hanno voluto così in questo ultimo chilometro”.