Questa notte al ministero del Lavoro abbiamo voluto riportare lattenzione sui dati impietosi con cui quotidianamente deve fare i conti la nostra generazione. Listruzione di noi giovani è sempre meno una priorità del nostro Paese e dei governi, mentre continua a crescere il numero di studenti che sono costretti a lavorare per potersi mantenere agli studi. A questo però non fa seguito una crescita delle possibilità di inserimento nel mondo del lavoro: oggi solo il 53% dei laureati ha trovato un impiego a 3 anni dalla laurea. Siamo stufi di tutto questo, siamo stufi di una prospettiva di vita eternamente precaria. A poche ore dalla manifestazione della Cgil (in Piazza San Giovanni Bosco a Roma) per chiedere lapprovazione della Carta dei Diritti Universali del Lavoro, così la coordinatrice nazionale dellUnione degli Universitari, Elisa Marchetti, ha spiegato il blitz compiuto nella notte da Udu e dalla Rete degli Studenti Medi, al ministero del Lavoro “per ribadire la necessità di invertire la rotta sulle politiche di accesso al mondo del lavoro, per rilanciare sfida per un nuovo statuto dei diritti dei lavoratori”. Come hanno aggiunto Manfreda e Marchetti, del coordinamento: “Stanotte siamo stati al ministero del Lavoro, oggi pomeriggio saremo in piazza al fianco della Cgil per far sentire la voce di una generazione umiliata da anni di politiche inesistenti per noi giovani che non hanno fatto altro che continuare a far salire i tassi di disoccupazione. Saremo in piazza perché vogliamo essere liberi di scegliere cosa studiare, con la certezza che qualsiasi percorso compiremo, i nostri studi troveranno una giusta valorizzazione. Istruzione e cultura devono tornare ad essere valori centrali, priorità di investimento per il futuro del Paese. Saremo in piazza perché vogliamo riprenderci il nostro diritto al futuro. Scateniamoci, per essere liberi dalla precarietà. Semplicemente vogliamo diritti!. Come riferisce infine Giammarco Manfreda, coordinatore della Rete degli Studenti Medi, Vogliamo un approccio al mondo del lavoro positivo e formativo. Non sono accettabili percorsi di alternanza scuola-lavoro non troppo distanti dallo sfruttamento, come ce ne sono stati segnalati. Vogliamo essere protagonisti del nostro futuro, attraverso percorsi realmente formativi e tutelati!
M.