Per carità, come dire, un attestato di stima o meglio, un vero e proprio ‘endorsement’ non si rifiuta mai, ancor più se ha una matrice internazionale.
Tuttavia, visto il momento che stiamo vivendo e, soprattutto, da quale ‘pulpito’ giunge l’affermazione di stima, non crediamo regali gioia a Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia, e dunque ancora oggettivamente in corsa nell’ambito dell’apparato istituzionale del Paese.
Ma questo è quanto affermato oggi dal ‘solito’ Dmitri Medvedev il quale, benché rivesta un ruolo di tutto rilievo (parliamo infatti del vice presidente del Consiglio di sicurezza della Federazione russa), negli ultimi tempi ha deciso di intraprendere una sua ‘guerra personale’ contro l’Occidente, a suon di offese e sproloqui. Anche se poi, leggendo fra le righe…
Ed eccolo dunque scrivere su Telegram che “Il livello dei politici occidentali è caduto in basso, e l’ho visto con i miei occhi negli ultimi 20 anni. In Europa, ad esempio, non c’è nemmeno traccia di personaggi politici del livello di Helmut Kohl, Jacques Chirac o Margaret Thatcher” e, ha poi aggiunto, “senza offesa per nessuno (ed è un ‘particolare’ non da poco), ma è chiaro a tutti che Mario Draghi non è Silvio Berlusconi, e Olaf Scholz non è Angela Merkel“.
Questo perché in realtà ormai Medvedev si è fissato con il concetto che il mondo intero è contro la Russia. Infatti, scrive ancora, “I grandi leader del passato, che non sono mai stati russofobi, sono stati sostituiti da una nuova generazione di persone deboli, che convenzionalmente si definiscono tecnocrati. Alcuni di loro sono specialisti abbastanza qualificati, ma niente di più. E qui sta il problema! Queste persone sono in grado di formulare correttamente un’idea, dare istruzioni precise agli assistenti. Ma non sono in grado di assumersi la responsabilità“.
Poi, il vice presidente del Consiglio di sicurezza della Federazione russa affonda affermando che “Cercano di nascondersi, sviare, parlare delle congiunture, addirittura dei cambiamenti climatici ma non prendono una decisione. Oppure la prendono con un ritardo catastrofico. E questo già è un guaio totale“.
Diversamente, spiega l’alto vertice del Cremlino, “Un vero politico non ha paura di prendere decisioni. Sì, può sbagliare e persino perdere. Ma sarà una sconfitta dignitosa” insomma, rimarca, “un politico deve anche prendere una decisione impopolare ed assumersene la responsabilità“.
Per carità, alcune delle cose dette da Medvedev, possono anche essere condivisibili, del resto è vero, è abbastanza evidente che rispetto al passato (basti pensare alla ‘Lady di ferro’ britannica, a Chirac, o allo stesso Craxi), i leader erano più degli statisti, che leader politici interni, assurti alla ribalta internazionale, senza avere gli strumenti giusti per affrontarla. Quindi quando l’ex presidente russo afferma che “la nuova generazione di politici europei è lontana da quella di alcuni decenni fa”, non sbaglia del tutto. Poi però, ‘come da mestiere’ cede alla ‘sua’ ideologia, ed eccolo nuovamente affermare che “L’attuale presidente dell’Ucraina si presenterebbe a un incontro con il presidente Chirac con una maglietta verde? Ovviamente no. Assurdo“, saltando il ‘particolare’ della violenta invasione.
Insomma, secondo il vice presidente del Consiglio di sicurezza della Federazione russa, oggi “Il problema della degenerazione della politica europea è principalmente dovuto al fatto che è diventata una pallida voce di supporto per i solisti americani”. E stavolta non sbaglia, con un esempio, purtroppo, abbastanza calzante: Charles de Gaulle poteva opporsi a qualsiasi presidente americano, mentre ora i leader europei non pensano al futuro, ma sono limitati solo dalle loro prospettive elettorali“.
Infine, rivolgendosi soprattutto ai nuovi leader statunitensi, ha concluso, “non brillano per idee brillanti e stabilità mentale”.
Max