Ricorre oggi la Giornata mondiale contro lAids. In prima linea l’associazione delle Nazioni Unite Unaids che istitui la giornata nel 1987. Lobiettivo, come spiega la Lila Lotta Italiana contro lAids è di porre fine alla pandemia entro il 2030, attraverso il cosiddetto programma close the gap, ovvero colmare il divario, che prevede, da qui al 2020, la diagnosi del 90% delle infezioni, lingresso in terapia del 90% delle persone diagnosticate e labbattimento della carica virale dellhiv nel 90% delle persone che assumono trattamenti antiretrovirali. uno studio pubblicato dallUnaids, negli ultimi quattro anni le persone in trattamento in tutto il mondo sono passate da 5 a 12 milioni il 37% dei 35 milioni di malati di hiv. Per quanto riguarda lItalia, gli ultimi dati dellIstituto superiore di sanità mostrano che il trend delle infezioni nel 2013 è sostanzialmente in linea con quelle degli anni precedenti: 3.806 nuove diagnosi (il 72,2% sono uomini), con lincidenza più alta tra persone di 25-29 anni. Le cause dei nuovi contagi sono soprattuto rapporti sessuali non protetti, che, sempre secondo lIss, costituiscono l83,9% di tutte le segnalazioni. Le diagnosi sono aumentate, tra gli italiani, per i maschi che fanno sesso con maschi, mentre tra gli stranieri la modalità di trasmissione più frequente è il rapporto eterosessuale. Un dato preoccupante proviene proprio dai pediatri: Per contrastare l’Aids occorre “investire di piu’ nella prevenzione, non solo nella terapia”. Lo ha affermato Rosa Chiodi, pediatra infettivologa del San Camillo Forlanini di Roma, intervenendo al Congresso nazionale della Croce Rossa italiana ’La formula per fermare l’Aids’ nel giorno in cui si celebra la Giornata Mondiale per la lotta al virus. “In Italia sono stati registrati alla fine del 2012 ben 64.898 casi di Aids – ha aggiunto – di cui 723 (1,2%) pediatrici, inferiori ai 13 anni. I casi sono aumentati dal 37% nel ’92 al 50% nel ’98 e sono maggiori nei centri urbani”.