Nel 2020 un ventenne impiegherà 18 anni per rendersi autonomo: per quanto sia già evidente, la conferma viene ora dallo studio raccolto dalla fondazione Bruno Visentini, presentato stamane alla Luiss. Come si legge nella precisa e circostanziata analisi, nel 2030 un ventenne avrà invece bisogno di 28 anni, diventando dunque ’grande’ a 50 anni. Questo spiega il penultimo posto in Europa del nostro Paese, per equità intergenerazionale: l’indice europeo di equità tra le generazioni per il Belpaese si attesta infatti a circa 130, peggio di noi solo la Grecia con oltre 150 contro una media europea appena sopra i 100. Ma nono solo, continua infatti ad Aumenta il peso del costo dei Neet sull’economia, e come spiega ancora la fondazione Bruno Visentini, l’incidenza sull’economia dei giovani che non studiano, né lavorano, né sono impiegati in forme di apprendistato professionale è salito a32,65 miliardi, contro i 23,8 miliardi del 2008, ma meno dei 34,6 miliardi del 2014. Il rapporto azzarda quindi qualche proposta, come la rimodulazione dell’imposizione fiscale “con funzione redistributiva”, analogamente allinevitabile urgenza di un patto tra generazioni per evitare il “rischio di una deriva” dei Millennials. Quindi, “un contributo solidaristico da parte della generazione più matura che gode di pensioni più generose”. E per tre anni, si ipotizza il coinvolgimento nel patto generazione “di circa 2 milioni di cittadini pensionati sottoscrittori posizionati nella parte apicale delle fasce pensionistiche con un intervento rigorosamente progressivo rispetto sia alla capacità contributiva, sia ai contributi versati”.