Venerdì 29 novembre si terrà a Roma presso l’Auditorium Seraphicum (a partire dalle 14,30) l’imperdibile incontro di tutti i club seniores di Forza Italia sul problema pensioni a rischio. Secondo l’Ocse l’Italia è uno dei paesi che spende di più per le pensioni (un esborso pari al 16% del Pil), eppure ha per legge una delle età pensionabili più elevate, ben a 67 anni: di 3 anni superiore alla media dell’area euro, e di 16 anni più alta di quella dei lavoratori turchi. Entro un quinquennio l’età pensionabile dovrebbe superare i 71 anni (la Danimarca è pronta ai 74 anni).
Lo scenario del rapporto annuale dell’Ocse (Pensions at a Glance) fotografa le politiche e gli impegni finanziari degli stati, ovvero le scelte previdenziali dei paesi membri. L’Italia, come da vecchio adagio, viene bacchettata: l’Ocse chiede un passo indietro su “Quota 100” e, ovviamente, più sacrifici ai pensionati. A fronte di una soglia normativa di 67 anni, l’età media in cui nel nostro paese si va realmente in pensione è di 62 anni, ovvero 2 anni in meno della media dei paesi Ocse.
Per l’organizzazione internazionale il reddito medio degli italiani sopra i 65 anni sarebbe troppo alto, ed andrebbe decurtato di otre il 13%. Ecco che viene chiesto ai pensionati di lavorare part-time e temporaneamente, con bassi guadagni che consentano il dimezzamento delle pensioni: Forme di lavoro prevengano un futuro blocco delle pensioni per mancanza di liquidità previdenziale. Il diritto ai contributi maturati diventa una chimera?
Il rapporto dell’Ocse evidenzia la necessità di affrontare in Italia gli impegni previdenziali europei, legati anche alle mutazioni demografiche. Ad esempio, la percentuale della vita adulta trascorsa in pensione è ancora in aumento nella stragrande maggioranza dei paesi OCSE: e chi entra oggi nel mercato del lavoro dovrebbe trascorrere il 33,6% della vita adulta in pensione rispetto al 32,0% in media per quanti vanno in pensione oggi. Per l’Ocse “l’attuale sfida per l’Italia è mantenere adeguati benefici per la vecchiaia, limitando al contempo la pressione fiscale a breve, medio e lungo termine. L’aumento dell’età pensionabile effettiva dovrebbe essere la priorità, evidenziando la necessità di limitare il pensionamento anticipato agevolato e di applicare debitamente i collegamenti con l’aspettativa di vita”. Osservazioni che hanno naturalmente provocato reazioni da parte dei sindacati.
Il guanto del sfida della “sostenibilità sociale pensionistica” è stato raccolto dal dottor Alberto D’Ettorre (noto geriatra e responsabile seniores di Roma) che ha deciso di dibatterne con illustri relatori, come l’europarlamentare on. Antonio Tajani (vicepresidente di Forza Italia), il sen. Andrea Cangini, l’on. Davide Bordoni (capogruppo FI Roma), Enrico Pianetta (resp. Nazionale seniores FI), Antonio Fugazzotto (resp. regionale seniores FI e moderatore dell’evento), Pietrangelo Massaro (vice coordinatore FI Roma) e la dott.ssa Stefania Cacciani (psicologa e responsabile seniores municipio 1 Roma per FI).
Tutti temi legati alla terza età, partendo dal tema pensione da cui ha preso il titolo l’evento “Giù le mani dalle pensioni “. Presenti anche i vari responsabili regionali seniores di FI di Toscana, Umbria, Puglia, Basilicata, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Calabria e d’altre località d’Italia.