“L’obiettivo dell’iniziativa – ha dichiarato Cesare Damiano – e’ quello di offrire un contributo alla conoscenza del modello tedesco, tanto invocato ed evocato in questi tempi, per andare oltre i riferimenti generici e gli slogan. Riteniamo che quando si parla di modelli non si può semplicisticamente prendere di volta in volta quello che più fa comodo, ma l’insieme delle norme”.
Lintroduzione del convegno, curata da Romano Benini, consulente per le politiche del lavoro, ha dato spazio alla descrizione delle caratteristiche e delle logiche del Modello Tedesco, definito poi dallo stesso Benini, un sistema a tutti gli effetti. Secondo lesperto, la tutela di un valido sistema lavorativo richiede grandi risorse, tra le quali un forte rafforzamento delle politiche interne e una valida connessione tra le politiche attive e quelle passive, come tuttora avviene in Germania.
Gli occhi poi si sono spostati sul sistema formazione lavoro, dove, sempre secondo Romano Benini, è necessario un innalzamento della qualità e una forte spinta orientativa del sistema scolastico. In linea con largomento, lintervento di Pier Antonio Varesi, attuale presidente dellIsfol, che in unanalisi, poi approfondita da Franco Garippo, membro del consiglio aziendale Volkswagen, ha sottolineato limportanza della formazione continua e dellapprendistato e lo spessore del ruolo delle parti sociali e delle imprese, ai fini della creazione di manodopera qualificata.
Secondo Varesi, ciò che lItalia può apprendere dal sistema duale tedesco è in primis la necessità di una maggiore vicinanza tra il sistema formativo e quello produttivo ed inoltre le modalità per creare un sistema educativo che sia più adatto a percepire le necessità delle imprese, non importandolo semplicemente come una copia del Modello Tedesco, bensì adattandolo alle possibilità e alle esigenze del nostro paese.
Durante il convegno, presente anche il parlamentare Pd Giovanni Cuperlo, il quale ha affermato che lintervento che sta facendo il governo è legittimo e doveroso e che uno dei problemi dello scenario italiano è la mancanza di omogeneità ed unità, le riforme strutturali evidentemente non sono sufficienti ha dichiarato il deputato bisogna investire per rilanciare la crescita.
Daccordo con Cuperlo, anche Paolo Reboani, presidente di Italia lavoro, che vede la necessità di seguire le linee europee, permettendo di creare uno stato dove le regioni non legiferino in materia di lavoro.