Se da un lato l’avvento delle tecnologie ha agevolato il nostro quotidiano, dall’altro ha comportato purtroppo anche significativi danni. Tra questi, indubbiamente la sedentarietà. In particolar modo, i giochi elettronici, i programmi online, le consolle, joystick e quant’altro, spingono sempre più bambini ed adolescenti a trascorrere il loro tempo libero (spesso dopo ore seduti sui banchi), ‘spaparanzati’ sul divano piuttosto che al parco correndo. Un’inversione di tendenza che, loro malgrado, trova nei genitori abili alleati. Egoisticamente infatti un bimbo incollato allo schermo per ore ‘non disturba’, è fisicamente controllabile, e non costringe a lunghe passeggiate – magari al freddo o al caldo – per le strade. A tutto ciò aggiungiamo poi le merendine ipercaloriche ed il gioco è fatto.
Tra i 6 ed i 9 anni, è grasso 1 su 3
Non vogliamo certo generalizzare, o tanto meno ‘criminalizzare’ i genitori, quanto sondare un terreno spesso – per ovvi motivi – ostico ed emotivamente fragile come quello del sistema educativo. Ma urge farlo. Purtroppo sempre più bambini, anche nel nostro Paese, malgrado la tenera età continuano a sconfinare nell’obesità. Nello specifico, spiega un allarmante rapporto sulla malnutrizione stilato dalla ‘Helpcode’, nella fascia di età compresa fra i 6 ed i 9 anni, un bambino italiano su tre è sovrappeso, quando non obeso. Un dato inquietante che dovrebbe terrorizzare ogni genitore, sapendo che poi con l’arrivo dell’età adulta, tale condizione espone gli amati pargoli a serie malattie (cardiache, diabetiche, respiratorie, ecc.).
La ricerca, nata in occasione delle Giornate mondiali contro l’Obesità (10 ottobre), e dell’Alimentazione (16 ottobre), si è così tramutata in una sorta di allarme, una volta ‘avvisati’ che i nostri figli rappresentano il tasso maggiore di sovrappeso rispetto a quelli degli altri paesi europei. In particolare, degli oltre 100mila bambini ‘grassi’, il 21% sono maschi ed il 14 % femmine.
Al Sud, dove c’è più povertà c’è più grasso…
Scorrendo questa sorta di ‘classifica’ scopriamo poi che la Campania è la regione dove la sregolatezza dell’educazione alimentare ‘eccelle’, con il 40% dei bambini in sovrappeso od obeso. Seguono poi in ordine ‘di peso’ Molise, Calabria, Sicilia, Basilicata e Puglia. Ironia della sorte, parliamo di una specifica area geografica dove, per antonomasia, dove si cucina e si mangia benissimo. La ricerca evidenzia anche che tali situazione riguardano per lo più famiglie del centro e Sud Italia, con redditi e livello d’istruzione inferiori rispetto alla media nazionale. Ma qui il discorso sarebbe troppo lungo, Anche perché è innegabile che chi ha problemi economici è costretto a fare la spesa in discount e mercati dove certo la qualità non è il loro forte. E molto spesso una merendina ‘economica’ è zeppa di zuccheri. Ma qui entriamo in altre questioni che un giorno andremo ad approfondire…
Nel mondo crescono vertiginosamente: salute a rischio
Come spiega il responsabile dell’UOC Clinica Pediatrica dell’Ospedale Gaslini di Genova, Mohamad Maghnie, “Le ricerche più recenti ci dicono che è necessario intervenire nei primi tre anni di vita. E per farlo dobbiamo conoscere abitudini alimentari e stili di vita dei pazienti a cominciare dalla gravidanza. Ma non basta. Dobbiamo investire nell’educazione alimentare delle famiglie e nella formazione mirata dei medici“.
C’è dunque da preoccuparsi e correre ai ripari ma, attenzione, il trend è purtroppo planetario (ovviamente nei paesi benestanti), con bambini inferiori ai 5 anni già grassi ed obesi in continuo aumento. Oggi ne sono stati censiti ben 40 milioni, nel 2000 erano 30 milioni.
Considerando quindi, come detto sopra, la nefasta incidenza con tutta una serie di patologie a cui andranno incontro crescendo, inevitabilmente tutto questo andrà a riflettersi anche sui costi e le spese sanitarie di tutti i paesi industrializzati – e per lo più in crisi – concorrendo a minare le economie. Un motivo in più per intervenire quanto prima…
Max