Allindomani del tanto discusso summit finlandese tra Donal Trump e Vladimir Putin, torna in campo lex presidente degli Stati Uniti Barack Obama e lo fa contro lattuale capo di governo americano: “politica della paura, del rancore”, queste le parole utilizzate da Obama, una politica che procede a passo spedito e in modo “inimmaginabile solo qualche anno fa”.
Parole pronunciate di fronte a 15mila persone a Johannesburg, dove Obama è stato ospite donore in occasione della cerimonia per i 100 anni dalla nascita di Nelson Mandela. Ed è proprio questultimo il personaggio chiamato come esempio per tracciare i valori alla base di una road map, quella che avrebbe voluto portare avanti ma che, con la fine del secondo mandato presidenziale, è stata interrotta. Il nome di Trump non viene mai pronunciato, ma Obama si concentra per la maggior parte del tempo su quella “politica delluomo forte” che rischia di spezzare inevitabilmente i risultati raggiunti fin qui: “Avrei immaginato che a questo punto ne saremmo venuti a capo”, dice, parlando del rispetto delleguaglianza tra le persone di ogni colore.
“Senza i fatti non ci sono le basi per la collaborazione”, avverte, per poi continuare: “Non posso trovare terreno comune con qualcuno che ritiene che i cambiamenti climatici non siano una realtà, mentre la quasi totalità degli scienziati nel mondo dice il contrario”. Obama torna poi a difendere la stampa libera, condannando luso distorto e manipolatore dei social media in “tempi strani e incerti”, e rimproverando chi non rispetta le istituzioni che sono alla base della democrazia. La platea lo acclama e in coro scandisce il suo slogan: “Yes, we can!”.
Dal giorno in cui ha lasciato la Casa Bianca, Obama ha optato per il basso profilo, scegliendo una militanza pacata e quasi tutta gestita dietro le quinte, con il lavoro della sua Fondazione e qualche incontro con esponenti democratici; intanto però, il partito cerca il suo appoggio per contrapporre alle urla di Donald Trump in vista delle elezioni di midterm ma anche delle presidenziali del 2020.
“Siamo a un bivio ha affermato Obama un momento in cui due visioni molto diverse del futuro dellumanità competono per i cuori e le menti dei cittadini nel mondo. Lasciatemi dire ciò in cui io credo. Credo nella visione di Nelson Mandela, credo nella visione condivisa da Gandhi, da Martin Luther King e da Abramo Lincoln. Credo in una visione di equità, giustizia, libertà e democrazia multirazziale basata sul principio che tutte le persone sono create uguali e investite dal nostro creatore di diritti inalienabili. E credo che un mondo governato da tali principi sia possibile. Ecco cosa credo”