Non è un divieto, ma una ‘forte raccomandazione’. Le feste a casa saranno limitate ad un massimo di 6 persone, per frenare al massimo la diffusione del virus. Da una parte il ministro della Salute Roberto Speranza spinge per tramutare l’avvertimento in divieto, dall’altra il premier Conte frena per evitare conflitti costituzionali.
Lo Stato non entrerà nel domicilio dei cittadini, almeno per il momento. Sarebbe difficile, infatti, secondo il Presidente del Consiglio, distinguere una festa da un normale incontro in famiglia. Insomma, nel prossimo Dpcm non sarà fatto esplicito divieto di assembramenti in casa, ma una veemente raccomandazione di limitare il numero di persone da invitare nella propria abitazione.
Il dibattito si è acceso nella serata di ieri, quando i vertici del governo in una riunione a distanza hanno analizzato tutti i punti presenti all’interno del prossimo Decreto del Presidente del Consiglio. La linea è stata comune quasi su tutto: si è dibattuto sulla possibilità di adottare di nuovo la didattica distanza, punto sul la ministra Azzolina ha messo il veto. E appunto, sulla possibilità di introdurre un divieto di feste tra più persone di diversi nuclei familiari all’interno delle abitazioni private.