Stamane, di buon’ora, era stato Stefano Bonacini, in qualità di presidente della Conferenza delle Regioni, a commentare positivamente quanto contenuto dal Dpcm, affermando che ”Le misure adottate in queste ore dal Governo sul versante sanità rispondono a richieste e sollecitazioni che le Regioni avevano rivolto all’esecutivo nei giorni scorsi, in particolar modo per quanto riguarda l’allargamento dei test utilizzabili per un’efficace e più ampia azione di prevenzione anche attraverso prodotti che siano già certificati dalle autorità sanitarie di Paesi G7 e per quel che concerne il restringimento dei previsti periodi di quarantena e la previsione del tampone unico negativo per certificare la fine del periodo di contagiosità”.
Tuttavia, poco fa è stato invece il governatore veneto, Luca Zaia, a denunciare una ‘falla’ rispetto a quanto detto da Bonacini, spiegando che “Vedo con dispiacere che le osservazioni delle Regioni non sono state accolte. Faccio un esempio che può sembrare marginale, quello dei matrimoni – rimarca Zaia – Noi chiedevamo una misura di salvaguardia, ad esempio chi ha già organizzato il matrimonio per il prossimo sabato e domenica come fa a ridurre di punto in bianco gli invitati?”.
Ma non solo, il presidente della Regione Veneto tiene anche a precisare che “ben più importante è l’aspetto economico di questo Dpcm: capisco la volontà di salvaguardare la salute dei cittadini, ma dietro ad ogni provvedimento restrittivo ci deve essere un provvedimento economico di sostegno per quelle attività: i sacrifici devono essere remunerati. E faccio, il solito esempio, del mondo delle discoteche: se è un settore che non può riaprire deve essere sostenuto economicamente”.
Quindi Zaia ha tenuto a rimarcare che “abbiamo una grande preoccupazione per l’aspetto economico. Dopo il Dpcm di questa notte sono necessari altri provvedimenti. Le Regioni hanno presentato un documento correttivo, ma assolutamente collaborativo per modificare in parte quanto previsto da questo Dpcm, che quindi non considero chiuso ma solo una metà del guado“.
Ad ogni modo, concludendo, il governatore ha voluto però rassicurare circa la solidità del rapporto Stato-Regioni, rinnovando anzi “tutta la collaborazione possibile: non ci sono divergenze, ma la differenza è che noi ci troviamo impazienti sull’uscio di casa e Roma no. Però, se ci mettiamo assieme istituzioni regionali e governo riusciamo a fare un grande lavoro”.
Max