(Adnkronos) – Il Paese locomotiva europea chiude con il nucleare e “con questo passo la Germania ha mantenuto un impegno preso con i suoi cittadini, nonostante la congiuntura geopolitica ed energetica al momento non così favorevole”. E’ il fisico nucleare del Cnr, Valerio Rossi Albertini, a rilevarlo conversando con l’Adnkronos sulla chiusura in Germania delle ultime tre centrali nucleari, sugli scenari energetici europei e su un possibile ritorno del nostro Paese all’energia atomica. Rossi Albertini osserva che se l’Italia volesse fare “un passo diverso e tornare a produrre energia dal nucleare” non sarebbe una strada in discesa perché “correremmo il rischio di investire molto tempo”, probabilmente “anche 10 anni”. “Per l’Italia – spiegav- tornare sulla strada del nucleare ci sarebbero tempi lunghissimi, pensiamo alla Finlandia che ha appena attivato con 13 anni di ritardo un nuovo reattore” sottolinea ancora il fisico nucleare evidenziando che il percorso all’indietro “andrebbe anche controcorrente” visto che “in Europa ci sono paesi come la Germania che hanno invece deciso di smettere le attività”.
Sulla scelta della Germania il fisico nucleare ricorda che Berlino “aveva già preannunciato lo stop al nucleare agli inizi degli anni 2000 annunciando un calendario di dismissione dei reattori nucleari poi, dopo il disastro di Fukushima Dai-ichi, poi la Merkel ha accelerato il passo”. Quindi, “la Germania ha di fatto mantenuto impegni presi anni e anni fa” rileva ancora Valerio Rossi Albertini. “Anche all’interno della stessa Germania le critiche tedesche allo stop al nucleare sono marginali. Sono pochi – argomenta – quelli che vogliono continuare sulla strada del nucleare in Germania, sono, direi, semmai valutazioni di opportunità vista la crisi energetica in corso, il costo dell’energia ed i rischi sull’approvviggionamento del gas”. “Io sarei per il sì, cioè per mantenere la promessa fatta alle persone ma – in questa congiuntura – se qualcuno rileva l’esigenza di abbandonare il nucleare più lentamente, se qualcuno propone di allungare i tempi, di non dimenticare la crisi generata dalla guerra in Ucraina, allora io dico ‘non con divido ma capisco’” scandisce il fisico nucleare del Cnr.
Rossi Albertini sottolinea ancora che per produrre energia nucleare “occorre uranio che va acquistato da Paesi fornitori non sempre stabili, come Armenia o l’Azerbaigian, e noi dobbiamo ricordare che viviamo adesso una instabilità geopolitica provocata dalla Russia che è fornitore di gas” e che ha così aperto una crisi energetica in Europa. Valutando questi scenari, Rossi Albertini evidenzia che “probabilmente sarebbe opportuno in Italia spingere sempre di più sulle fonti rinnovabili”. “La Germania ha spinto sulle rinnovabili e l’Italia anche ma con passo incerto visto che va avanti su questa strada un po’ a singhiozzo” indica il fisico ricordando che “ogni volta che c’è un incentivo non diventa una misura stabile tale da innescare un processo definitivo”. “Pensiamo al Superbonus 110%, dobbiamo puntare a forme di policy che ci rendano se non autosufficienti dal punto di vista energetico almeno efficienti nella riduzione di consumi di energia” argomenta lo scienziato del Cnr. “Penso – continua Rossi Albertini – a pannellatture fotovoltaiche per rendere i condomini autonomi” dal punto di vista energetico. “Ma se si fa sempre un passo indietro rispetto alle misure precedentemente adottate allora si frena sullo sviluppo delle rinnovabili e anche sulla cultura delle fonti rinnovabili” avverte Rossi Albertini. (di Andreana d’Aquino)