Fiato sospeso a Losanna, in Svizzera, per quelle che dovrebbero essere davvero le ultime ore per raggiungere un’accordo storico sul programma nucleare iraniano. Ore decisive vissute con tanta speranza ma anche – come affermano alcuni dei protagonisti – in un clima di grande confusione. Nella notte, passata la fatidica scadenza del 31 marzo, i negoziati ufficiali sono stati sospesi e riprenderanno nelle prime ore di stamattina. “E’ tempo che la comunità internazionale punti i piedi per un accordo migliore con l’Iran’’, ha detto il premier Benyamin Netanyahu commentando le trattative riprese a Losanna. Quella attuale – ha aggiunto – è ’’una cattiva intesa che danneggia Israele, il Medio Oriente e il mondo intero’’.“Speriamo di concludere oggi ma ci sono ancora una o due questioni da risolvere”, ha detto oggi il vice ministro degli esteri iraniano Abbas Araghchi parlando alla Tv iraniana. Araghchi ha menzionato alcuni aspetti della revoca delle sanzioni che colpiscono l’Iran ed altri legati alla questione della ricerca e lo sviluppo.La fase ora è davvero decisiva: o si chiude o si rischia di far saltare il tavolo. Nonostante i progressi fatti negli ultimi giorni, i rappresentanti delle grandi potenze mondiali e quelli dell’Iran non sono stati ancora in grado di raggiungere quell’intesa preliminare che dovrebbe poi portare all’accordo definitivo entro il prossimo mese di giugno. Il piu’ ottimista, alla sospensione di lavori, e’ stato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, per il quale sarebbe stata raggiunta un’intesa “su tutti i punti chiave” sul tavolo. Intesa che ora deve essere messa nero su bianco in una bozza a cui, ha spiegato Lavrov, i ’tecnici’ stanno gia’ lavorando. Anche il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif spera che si sia entrati davvero nella fase finale, quella in cui si possa finalizzare l’accordo. Mentre il presidente americano Barack Obama ha riunito il team sulla sicurezza nazionale e dalla Situation Room della Casa Bianca si e’ collegato in videoconferenza con Losanna, per fare il punto con il segretario di Stato americano John Kerry e con i negoziatori Usa. I due nodi che non si e’ riusciti a sciogliere entro la deadline della mezzanotte del 31 marzo sono quelli che tengono i negoziatori impegnati da giorni: il timing per ritirare le sanzioni della comunita’ internazionale verso l’Iran – subito o gradualmente, e con quale gradualita’ – e quale tipo di attivita’ nucleare consentire alle autorita’ di Teheran negli anni finali dell’accordo. Attivita’ che per le potenze occidentali non dovrebbero consentire in alcun modo all’Iran di costruire la sua bomba atomica.