Quanto di peggio ci si augurava non accadesse si è invece verificato, lasciato interdetta la comunità internazionale. Eppure, il countdown che ha preceduto il referendum scissionista della Catalogna aveva dato chiari segnali di ciò che sarebbe accaduto, e da Madrid sarebbe forse stato opportuno non usare la forza per dissuadere lesecutivo catalano da un proposito che, volente o no, serbava in sé la consapevolezza di agire in termini incostituzionali. Ad ogni modo ambo le parti hanno perseguito quanto premesso: le urne sono state regolarmente aperte, e le forze dellordine spagnola hanno menato duro per scoraggiare quanti recatisi alle urne. Politicamente, per la Catalogna il risultato è stato schiacciante, con il con il 90,09% dei ’Sì’ (parliamo di 2,02 milioni di elettori dei complessivi 2,26 milioni), contro il 7,87% dei ’No’. Cè da sottolineare che laffluenza alle urne è stata del 42,3%, ma non sappiamo die se in questo senso abbia giocato un ruolo dissuasivo la presenza degli agenti di Madrid nei seggi. Come dicevamo purtroppo la polizia e la Guardia Civil non hanno mancato di far sentire la pressione sugli elettori i quali, malgrado si siano posti pacificamente, sono stati comunque malmenati. Jordi Turull, portavoce del governo locale ha parlato di almeno 761 persone rimaste ferite, due dei quali in condizioni gravi e ricoverati nell’Ospedale di Sant Pau e nel Vall d’Hebron. Fonti ufficiali parlano invece di oltre 800 persone sono rimaste ferite negli scontri con le forze spagnole in Catalogna, ha denunciato il governo locale. Madrid ha invece parlato di 12 agenti di polizia feriti e di tre persone arrestate. Un totale di 92 seggi sono stati chiusi, ha reso noto il governo spagnolo. Mentre le autorità catalane denunciano che sono stati chiusi 319 seggi sui 2.300 aperti in tutta la regione. A Girona la polizia ha fatto irruzione nel seggio in cui avrebbe dovuto votare Puigdemont che ha poi deposto la sua scheda altrove. A tal proposito Turull ha invitato quanti rimasti coinvolti dalla violenza repressiva, di denunciarlo alla polizia catalana, i Mossos, e questa contrapposizione fra forze dellordine non lascia presagire nulla di buono. Dal canto suo il premier spagnolo Mariano Rajoy ha ribadito che questo referendum è stato una “messa in scena della democrazia, ed illegale. Non c’è stato un referendum per l’autodeterminazione opposizione Catalogna – ha affermato – L’assoluta irresponsabilità del governo catalano è stata affrontata con professionalità delle forze dell’ordine. Con fermezza ed in modo proporzionato abbiamo sventato i piani della Generalitat”. Ovviamente di tuttaltro tenore le dichiarazioni rilasciate dal leader della Catalogna, Carles Puigdemont, il quale durante un intervento televisivo ha affermato che “In questa giornata di speranza e sofferenza i cittadini della Catalogna hanno vinto il diritto a uno Stato indipendente in forma di Repubblica. Nei prossimi giorni il mio governo invierà i risultati del voto al Parlamento catalano, dove risiede la sovranità della nostra gente, in modo che possa agire secondo quanto previsto della legge sul referendum. L’Unione europea “non può continuare a guardare dall’altra parte”. Nel frattempo, per domani è stato proclamato da oltre 40 sigle sindacali uno sciopero “per la grave violazione del diritto e delle libertà”.
M.