Come fosse una sorta di ‘variante’ associata al Covid-19, in termini di ‘prevenzione’, ora il mondo sembra ora volgere le sue attenzioni a quella che rischia seriamente di trasformarsi in una nuova ‘pandemia’: quella rappresentata dai non vaccinati!
Sembra paradossale ma, già negli Stati Uniti, è stata persino varata una sorta di ‘mappatura’ a loro riservata: evidenziando le aree dove sono state effettuate pochissime somministrazioni dei vaccini.
Basti pensare che in molte città (per lo più a guida democratica), come New York e Chicago, i rispettivi sindaci hanno minacciato di sospendere dal servizio i dipendenti pubblici (poliziotti compresi), non vaccinati.
Infatti, associandoli – ma guardandosi bene di di ritenerli responsabili – alla quarta l’ondata di contagi, la ‘cosa strana’ è che la maggior parte delle nuove misure sembrano essere sempre più dirette a loro che al contenimento del virus.
Così, diversi paesi del mondo, e dell’Europa, stanno adottando severe misure di ‘coercizione’… nei confronti dei non vaccinati.
Se da noi, attraverso l’uso del ‘fioretto’ è stato introdotto il green pass, ‘arginabile’ attraverso il tampone – a pagamento – come, vedremo, vi sono invece stati che impongono restrizioni veramente ‘anti-democratiche’.
E’ il caso della Danimarca dove, oltre che e ripristinare il green pass (era stato il primo paese ad introdurlo, ad aprile), addirittura è stata ipotizzata l’intenzione di negare ai non vaccinati le cure gratuite.
Una scelta folle e discutibile, per altro ‘ripudiata’ anche dai nostri medici più ‘integralisti’, che invece Singapore si appresta a mettere in atto. Anzi, Ong Ye Kung, ministro della sanità, ha già annunciato la data: dall’8 dicembre si procederà con questo “segnale importante, per spingere tutti a immunizzarsi”.
Emblematico il caso della lontana Australia, uscita dal lockdown ad ottobre, dopo ben 4 mesi di ‘isolamento domiciliare’. Nonostante ciò, ai non vaccinati resta proibito uscire, per motivi che non siano lavoro o esigenze sanitarie.
Stessa cosa in Arabia Saudita (così come a Dubai e nel Bahrein), qui chi vuol lavorare in presenza deve obbligatoriamente essere immunizzato. Vaccinazione obbligatoria anche per poter accedere negli uffici governativi, nelle scuole, e per sevizi dei mezzi pubblici.
Non si scherza ad esempio nel Turkmenistan dove, già dallo scorso 7 luglio, la vaccinazione contro il Covid-19 è obbligatoria per tutti gli over 18. Decisone replicata anche negli Stati Federati di Micronesia (ad est delle Filippine) dove, a seguito di tali misure, su circa 100mila abitanti attualmente risultano zero casi locali di Covid.
Un (pessimo) esempio, quello di Singapore, che rischia di emulare persino la Germania. Ieri infatti il ministro della Salute, Jens Spahn, ala luce degli oltre 36mila nuovi casi e 236 decessi registrati in 24 ore ha affermato: “Viviamo una pandemia dei non vaccinati ed è massiccia, con numeri di contagio in aumento”. Così, nel Land (che equivale alle nostre regioni) della Turingia, dove è stata registrata ‘la pandemia dei non vaccinati’, il premier locale, Bodo Ramelow, denunciando il tutto esaurito nelle terapie intensive, ha ‘avvertito’ che “Non saremo più in grado di garantire a chi arriva in ospedale da non vaccinato che verrà comunque curato qui”.
In Lettonia, dove l’immunizzazione sfiora appena il 50%, lo scorso 21 ottobre è scattato il lockdown. Decisione per la quale, Krisjanis Karins, primo ministro, ha poi pubblicamente addebitato ai non vaccinati il lockdown, dopo aver dichiarato “Mi scuso con i vaccinati”, ha poi annunciato che le misure saranno revocate per i vaccinati “perché il Paese non si può permettere socialmente, emotivamente e finanziariamente un lungo lockdown”.
Tra le varie e più disparate forme di ‘pressione’ esercitate nei confronti dei non vaccinati, la più crudele è senz’altro quella messa in atto dall’Ucraina dove, per spingere le persone a vaccinarsi, il governo sospenderà lo stipendio a tutti i dipendenti statali (docenti compresi), che entro l’8 novembre hanno rifiutato il vaccino.
Molto più morbida, ma egualmente ‘rigida’ nei confronti dei non vaccinati invece l’Austria, che ha riservito loro il ‘lockdown personalizzato’. Guai infatti senza il certificato verde, a recarsi in un ristorante, o in un hotel, così come praticare diversi sport, o assistere ad eventi culturali. Si potrà comunque continuare andare a lavorare, ma previo test che, va sottolineato, qui sono gratuiti. Un’iniziativa – va detto – che ha visto in pochi giorni triplicare il numero delle vaccinazioni.
Senza perdersi in troppi ‘fronzoli’, molto più pratico il presidente francese Macron, ieri rivolgendosi al popolo francese ha annunciato che dal prossimo 15 dicembre il green pass sarà concesso soltanto agli over 65, ma dopo la terza dose del vaccino.
Curioso l’atteggiamento del Regno Unito dove, nonostante la recrudescenza dei contagi, fino ad oggi si è scelto di applicare dure restrizioni o il pass vaccinale, ha annunciato che dalla prossima primavera introdurrà l’obbligatorietà del vaccino per gli addetti del Servizio sanitario nazionale.
Infine la Russia che, ‘sconvolta’ dal dilagare della situazione (soltanto ieri sono stati censiti 38mila nuovi casi e ben 1.239 decessi), ha già annunciato che si appresta ad introdurre delle nuove misure di restrizione, anticipate dall’obbligo vaccinale riservato a tutti gli over 60 o con patologie croniche.
Max