Non solo Green pass, le misure nel mondo contro la ‘pandemia dei non vaccinati’

‘Pandemia dei non vaccinati’ contro il Covid. L’immagine, iniziata a circolare quest’estate negli Stati Uniti di fronte al ritorno massiccio di contagi da coronavirus soprattutto in Stati ed aree con basso tasso di vaccinazione, è quella che ora viene usata per descrivere la “quarta ondata” dell’epidemia. La nuova ondata sta spingendo ad adottare misure unicamente dirette ai non vaccinati, che vadano anche oltre l’uso del Green Pass, introdotto in molti Paesi per l’accesso nei luoghi pubblici e in alcuni, come in Italia, nei luoghi di lavoro.  

E la Danimarca, che a settembre aveva sospeso tutte le misure nella convinzione di essersi messa l’epidemia alle spalle, si sta affrettando a ripristinare il pass, che aveva adottato come primo Paese europeo lo scorso aprile. Tra le misure tese a spingere i no vax, che si contagiano un ritmo in media sei volte superiore ai vaccinati secondo gli ultimi dati dell’Iss, ad immunizzarsi la più severa è quella di negare loro le cure gratuite.  

Come farà a partire dal prossimo 8 dicembre Singapore, secondo quanto annunciato nei giorni scorsi dal ministro della Sanità Ong Ye Kung, parlando di un “segnale importante” per spingere tutti a immunizzarsi. Ma di una mossa del genere si discute anche in Germania, che è uno dei Paesi maggiormente colpiti dalla quarta ondata, con oltre 36mila nuovi casi e 236 decessi registrati ieri: “Viviamo una pandemia dei non vaccinati ed è massiccia, con numeri di contagio in aumento”, ha detto recentemente il ministro della Salute, Jens Spahn.  

Con un tasso di vaccinazione nazionale che continua a rimanere sotto il 70%, l’epicentro della pandemia dei non vaccinati si concentra in Land con tassi ancora più bassi, come la Turingia dove il premier, Bodo Ramelow, ha detto che la situazione dei reparti di terapia intensiva è tale che presto non si potrà garantire che i no vax vengano curati. “Non saremo più in grado di garantire a chi arriva in ospedale da non vaccinato che verrà comunque curato qui”, ha dichiarato Ramelow. 

L’avanzata del virus sta preoccupando la cancelliera uscente, Angela Merkel, e il governo non esclude, ha detto nei giorni scorsi il suo portavoce, “ulteriori restrizioni per chi non è vaccinato”, ventilando la possibilità di passare dal sistema dei 3G – “geimpft” (vaccinati), “genesen” (guariti da sei mesi) o “getestet” (testati) – a quello dei 2G che esclude le persone non vaccinate dall’ingresso nei luoghi pubblici. 

Misura già adottata dall’Austria, che dallo scorso lunedì ha imposto “il lockdown dei non vaccinati”. Di fronte al crescere dei contagi, e con una percentuale degli immunizzati completi ferma al 62%, il governo austriaco ha deciso che chi non è immunizzato non potrà più accedere a ristoranti, hotel, sport, eventi culturali, mentre per andare al lavoro dovrà essere vaccinato o testato.  

“Ai non vaccinati deve essere chiaro che non sono solo responsabili della loro salute, ma anche di quella degli altri: non è ammissibile che il sistema sanitario venga sovraccaricato per colpa degli indecisi e attendisti”, ha detto il primo ministro Alexander Schallenberg annunciando la misura che sta già dando i suoi effetti dato che da lunedì il numero delle persone che si vaccinano ogni giorno è triplicato. 

Anche in Australia, che a metà ottobre è uscita dal lockdown più lungo del mondo, oltre 4 mesi, i premier di diversi stati hanno deciso di continuare ad applicare le restrizioni solo sui non vaccinati. Come quelle annunciate, a partire dal prossimo 17 dicembre, dalla premier del Queensland, Annastacia Palaszczuk, che precluderanno ai non vaccinati di frequentare luoghi pubblici, ristoranti, alberghi ed assistere a eventi sportivi e spettacoli anche all’aperto.  

E dal 15 novembre in Lettonia il lockdown, iniziato per tutti il 21 ottobre di fronte ad un incidenza di contagi tra le più alte del mondo a causa di un tasso di vaccinazione fermo intorno al 50%, continuerà solo per i non i vaccinati. “Mi scuso con i vaccinati”, aveva detto all’inizio della nuova serrata il primo ministro Krisjanis Karins che a fine ottobre ha spiegato che le misure saranno revocate per i vaccinati perché il Paese non si può permettere “socialmente, emotivamente e finanziariamente un lungo lockdown”. 

Se nei Paesi dell’Europa centrale e orientale, particolarmente travolti dalla quarta ondata, si sta cercando di far aumentare il numero dei vaccinati adottando solo ora pass vaccinali nel tentativo di far risalire tassi bassissimi di vaccinazione, altri Paesi, che hanno adottato il Green Pass da mesi, ne inaspriscono l’applicazione. Come la Francia che dal prossimo 15 dicembre lo concederà agli over 65 solo dopo la terza dose del vaccino, come ha annunciato ieri Emmanuel Macron.  

Un altro fronte di pressione che i governi stanno cercando di applicare sui no vax per convincerli a vaccinarli è quello economico, come in Ucraina dove il governo ha deciso di sospendere lo stipendio ai dipendenti statali, insegnanti compresi, che si sono rifiutati di vaccinarsi entro l’8 novembre. La stessa linea è seguita in molte città a guida democratica degli Stati Uniti, dove i sindaci, per esempio di New York e Chicago, hanno minacciato di sospendere dal servizio i dipendenti pubblici, poliziotti compresi, non vaccinati.  

Altri Paesi poi stanno seguendo l’esempio dell’Italia, Francia ed altri Paesi europei che hanno imposto l’obbligo vaccinale per gli addetti sanitari. Sempre negli Stati Uniti, nei giorni scorsi Joe Biden ha diffuso una direttiva per l’obbligo vaccinale, a partire dal prossimo 4 gennaio, di tutti i dipendenti di ospedali e strutture sanitarie che ricevono fondi federali. E anche il Regno Unito, che finora si è dimostrato resistente a qualsiasi idea di pass vaccinale o ritorno alle restrizioni nonostante l’imperversare della quarta ondata, ha annunciato che adotterà la misura, a partire dalla prossima primavera, per gli addetti del Servizio sanitario nazionale.  

Ci sono poi nel resto del mondo Paesi che hanno reso obbligatorio il vaccino, come l’Indonesia, che ha deciso per l’obbligo già lo scorso febbraio, prima ancora che il vaccino fosse disponibile, imponendo multe durissime per le violazioni. Anche il Turkmenistan dal 7 luglio ha reso obbligatoria la vaccinazione contro il Covid-19 per tutti gli over 18. Nello stesso periodo hanno preso la stessa decisione gli Stati Federati di Micronesia, a est delle Filippine, circa 100mila abitanti, e zero casi locali di Covid, anche grazie alla severità delle misure adottate.  

Vaccinazione obbligatoria anche per chi vuole lavorare in presenza in Arabia Saudita, dove dal primo agosto bisogna essere immunizzati anche per entrare negli uffici governativi, scuole e mezzi pubblici. Misure simili sono state adottate da Dubai e nel Bahrein. 

In Russia, altro preoccupante epicentro della quarta ondata dove ieri si è registrato un nuovo numero record di decessi, 1239, con oltre 38mila nuovi casi, alcune città stanno adottando degli obblighi vaccinali mirati, come San Pietroburgo, che ieri ha annunciato la misura per tutti i residenti over 60 o con patologie croniche.