Fa pensare alla massa aizzata, e quindi priva di ragione, di cui Elias Canetti tanto parlava nella sua provincia filosofica, ma qui siamo in una provincia romana e una bottiglia scagliata come un dardo manda in frantumi il vetro alle spalle della conducente che terrorizzata riparte, con le porte ancora chiuse. Riparte per correre al capolinea di zona, ma in questa agitata confusione dovrà transitare di nuovo davanti ai suoi assalitori, quindi il bus verrà nuovamente preso di mira.
Laggressione ha termine dopo circa 5 minuti con un fortunoso bilancio di danni solo per il mezzo pubblico. Gli automobilisti dallaltra parte rallentavano per vedere la scena e poi andavano via. Nessuno è sceso per aiutarmi. Così, illesa e spaventatissima, Elisa descrive laccaduto.
Scena analoga domenica. Siamo su via Formignano, Corcolle sempre. Federica G., autista del bus della linea 508, spiega di come sia stata assalita, poco dopo le 21, da altri immigrati con il lancio di pietre. Altra massa aizzata quindi. Per un altro disservizio, dunque.
Telecamere e cabine blindate sembrano oramai le uniche armi per dare una maggior sicurezza sulle tratte di periferia; le più problematiche secondo ATAC stessa. Queste spesso sono tagliate fuori aumentando ritardi e disservizi, creando un forte scontento dellutenza in toto, sia italiana che straniera. Perciò il 1 ottobre prossimo, su volontà del sindacato autonomo Usb, ci sarà lo stop dei mezzi pubblici per 24h. Sarà un classico mercoledì nero per i trasporti pubblici con lo scopo non solo di avere una maggior sicurezza, ma anche di non lasciar soli gli autisti a dover coprire i problemi e i disservizi che vengono a verificarsi su linee troppo spesso soppresse o ridimensionate.
Va inoltre osservato che i due episodi di cronaca, avvenuti a meno di 24 ore luno dallaltro, per una cieco senso civico, hanno scatenato ronde cittadine e rappresaglie verso gli immigrati della zona. In un contesto già tesissimo simili azioni non favoriscono una convivenza pacifica, ma gettano ulteriore benzina su quel fuoco che brucia in quelle aree di periferia già da troppo tempo lasciate a se stesse.