E’ da 15 giorni che non mangia, accompagnando la sua forma di protesta silente e civile sostando di fronte a Palazzo Chigi. Uno sciopero che non fa rumore ma sicuramente danni, tanto è che, a causa delle sue condizioni di salute, è stato momentaneamente esonerato dal medico ottenendo un differimento. “Ho perso quasi sei chili – afferma ai cronisti che vogliono conoscere la sua storia – secondo il medico devo smettere al più presto perché rischio una serie di complicazioni che si verificano a catena e sarebbe difficile arrestare. Ho momenti di debolezza, ma continuerò: ‘whatever it takes’, per citare Draghi”.
La vicenda di questo tenace professore di filosofia, messosi a digiuno forzato contro il vaccino e l’obbligo di green pass, sta facendo il giro del web, e non è detto che non possa creare dei precedenti.
Sciopero della fame: “Ho costretto il medico, al momento dell’anamnesi, a valutarne i pericoli e a decidere per il differimento”
Come spiega il professore, ”Ero andato all’hub vaccinale per sondare se fosse possibile o meno vaccinarsi secondo legge, ovvero con l’esistenza di una prescrizione medica, che non esiste, e nella possibilità di avere una reale informazione su quello che ci viene inoculato, sul suo reale obiettivo e i suoi reali pericoli. Il mio sciopero della fame ha costretto il medico, al momento dell’anamnesi, a valutarne i pericoli e a decidere per il differimento“. Così il medico, aggiunge, “si è visto così liberato dalla sua funzione burocratica ed è tornato alla sua funzione di medico. Si è ripristinato il rapporto medico paziente, che si era interrotto mettendo fine a millenni di storia della medicina, perché lo Stato si è sostituito al medico”.
Sciopero della fame: “Ho aperto un varco in mezzo all’obbligo per coloro che non si vogliono vaccinare”
Un accadimento, fa notare Tutino, che ha contribuito al compimento di ‘piccolo miracolo’, cioè, “di aprire un varco in mezzo all’obbligo per coloro che non si vogliono vaccinare”. Ed ora, prosegue, “Cominciano ad essere tanti quelli che ci seguono, e stiamo cercando di organizzarli, basta scrivere alla mail famedigiustizia@resistenzaradicale.org“.
Sciopero della fame: “La mia lotta ha dato a moltissimi la possibilità di arrivare lì di ricevere un’esenzione o un differimento”
Tuttavia il docente tiene a rimarcare: “Fermo restando che questa non è una soluzione ma uno strumento di lotta. Ha dato a moltissimi la possibilità di arrivare lì di ricevere un’esenzione o un differimento, e comunque li mantiene nei loro diritti costituzionali“. E per l’occasione Tutino ricorda il leader radicale, Marco Pannella – antesignano dei digiuni di protesta – recitando che “‘Se il futuro avrà memoria’ forse nei libri di storia lo descriveranno come una forma di boicottaggio non violento, in realtà è una forma di affermazione di coscienza”.
Sciopero della fame: “Questa fame non è mia, ma di quei 40mila che vengono allontanati dal lavoro”
Sebbene ora la sua situazione fisica stia pericolosamente virando verso conseguenze che cominciano ad essere serie, Tutino si dice convinto ad andare avanti perché, ribadisce, “Quello che importa adesso è che questa fame non è mia, è la fame sia di quei 40mila che vengono allontanati dal lavoro per ragioni politiche, sia dei 50 milioni di italiani che sono condannati al totalitarismo che si afferma di giorno in giorno”.
Sciopero della fame: “La disobbedienza e la non violenza sono lo strumento che può salvare i perseguitati da questo regime”
Dunque, uno sciopero quello di questo tenace professore, la cui fine non sembra affatto vicina: “Andrò avanti fino a che ce n’è bisogno – tiene infatti a ribadire – fino al momento in cui questo digiuno non avrà creato le condizioni per cui la disobbedienza e la non violenza si affermino come lo strumento che può salvare sia i perseguitati da questo regime, sia i persecutori, liberando questi ultimi dall’odioso ruolo di carnefici che li imprigiona”
Sciopero della fame: “Quando tornerò dai miei alunni ricomincerò dove eravamo rimasti, alla disobbedienza di Socrate”
Nel frattempo è stato anche riammesso al liceo dove insegna ma, rivela, “Al momento, da esente, loro devono verificare se io sia nelle condizioni tali da restare in classe e quindi bisognerà attendere che il medico del lavoro mi dichiari idoneo a stare in classe. Quando tornerò ricomincerò dove eravamo rimasti, alla disobbedienza di Socrate“.
Max