Anche questanno si prospetta un Natale magro per molte persone, circa cinquantamila supplenti brevi delle scuole. Sono tutti insegnanti che hanno lavorato per una settimana o per pochi mesi in sostituzione di colleghi malati o in congedo per altri motivi e che, tuttoggi, non hanno ancora ricevuto uno stipendio.
Il governo ha cercato di correre ai ripari varando, venerdì scorso, un rifinanziamento del fondo per le supplenze brevi: 64,1 milioni da aggiungere ai settecento evaporati entro i primi nove mesi dellanno. Tutto ciò però non basta. Ne sarebbero serviti novanta.
Se le cose andranno bene, si riusciranno a coprire le buste paga di novembre e neanche per intero ma in proporzione una quota parte delle somme dovute, come si legge nella circolare inviata dal ministero dellIstruzione ai dirigenti scolastici. Questultimi dovranno, nellimmediato futuro, capire come e dove tagliare cercando di essere il più possibile corretti e rispettosi del servizio effettuato da ciascun supplente. Parliamo di assegni già magri, che non superano nella maggior parte dei casi mille euro, che quindi saranno in proporzione decurtati di cifre che andranno dai cento ai duecento euro. Parliamo di docenti precari, ancor più precari dei precari che sperano nellassunzione promessa dal piano Renzi, che hanno lavorato da settembre ad oggi senza vedere ancora un euro, e che se tutto va bene, entro la fine dellanno riusciranno a pagare le tasse.
Lennesimo piccolo taglio che colpisce i più deboli. Chissà se chi ci governa dallalto riuscirà mai a trovare una soluzione per far quadrare i conti, senza che a pagare siano sempre la sanità e, come in questo caso, la scuola pubblica.