(Adnkronos) – “Per l’ictus ischemico abbiamo la capacità di riaprire il vaso occluso con farmaci o con procedure di neurologia interventistica e salvare la vita, il cervello da danni irreversibili”. Inoltre, “stiamo sviluppano farmaci in grado di gestire condizioni di emorragia o delle complicanze di emorragia ed ischemia, come l’edema, che è un ampliamento dell’area del cervello in sofferenza. Le conoscenze biochimiche ci danno grande speranza di sviluppare farmaci sempre più precisi per trattare queste condizioni”. Così Mauro Silvestrini, Clinica Neurologia, Azienda ospedaliera universitaria delle Marche, su ‘Ictus malattia del cervello, fondamentale rivolgersi a centri specializzati’, ottava puntata della rubrica mensile ‘Proteggi il tuo cervello, affidati al neurologo’, progetto nato dalla collaborazione tra la Società italiana di neurologia (Sin) e Adnkronos con l’obiettivo di aumentare la conoscenza sulle patologie neurologiche e sulla figura del neurologo, ma anche, e soprattutto, sensibilizzare la popolazione ad affidarsi alle cure di questo specialista nel momento in cui compaiono i primi sintomi.
“L’ictus – spiega il neurologo – è una malattia del cervello causata da due condizioni: occlusione improvvisa di un vaso arterioso, che causa ischemia, o la rottura dello stesso, che causa emorragia. In ogni caso una parte del cervello va in sofferenza e se non si cura immediatamente può subire danni irreversibili”. Tale condizione “può manifestarsi in varie modalità – aggiunge Silvestrini – ma le più frequenti sono: perdita improvvisa di forza di un braccio o di una gamba; perdita di sensibilità; difficoltà a parlare o a capire quello che viene detto; perdita improvvisa della vista in un’area del campo visivo o una cefalea improvvisa. In presenza di questi sintomi – raccomanda lo specialista – è necessario chiamare i soccorsi e farsi trasportare in un ospedale dotato di unità per l’ictus”.
Sono oltre 185mila in Italia le persone, soprattutto anziani, colpite ogni anno da ictus, patologia percepita dalla popolazione più come un problema circolatorio che neurologico. “Il cervello – ricorda Silvestrini – è l’organo più delicato, preciso e perfetto che abbiamo. Le conseguenze possono determinare problematiche che solo un neurologo può gestire in maniera adeguata”. Curare l’ictus si può. “Il problema della cura in fase acuta – osserva l’esperto – è che, in una condizione di sofferenza circolatoria, la resistenza del cervello al danno si limita a pochissimo tempo. Il concetto fondamentale è il riconoscimento precoce dei sintomi, l’arrivo in un centro in grado di curare l’ictus e l’avvio tempestivo di procedure che oggi abbiamo a disposizione”.
La malattia si piò prevenire. “Un adeguato stile di vita è fondamentale fin dalla giovane età – sottolinea il neurologo – Ipertensione, diabete, obesità, aumento di grassi nel sangue, fumo di sigaretta e consumo di droghe sono tutti fattori di rischio che si possono gestire con un adeguato stile di vita. Anche se alcune forme rare di ictus, specie se giovanili, possono avare una base ereditaria – conclude Silvestrini – la predisposizione è mediata da principali fattori di rischio – diabete ipertensione e ipercolesterolemia – che riconoscono anche una predisposizione ereditaria familiare”.