L’unità di Gerusalemme sarà mantenuta “in tutte le sue parti” così come si continuerà “a costruire e fortificare” la città per impedire ogni sua futura divisione. Lo ha detto, citato dai media, il premier Benyamin Netanyahu che oggi – alla vigilia delle elezioni – ha visitato la colonia ebraica di Har Homa nei pressi di Gerusalemme est. Netanyhu ha detto in un’intervista di domenica al sito israeliano Nrg che se rivincerà le elezioni si opporrà alla nascita di uno Stato palestinese e che Israele si trova ad affrontare una serie di pressioni internazionali che chiedono “il ritorno di Israele ai confini del ’67 e la divisione di Gerusalemme”.Benyamin Netanyahu ha detto in un’intervista di domenica al sito israeliano Nrg che se rivincerà le elezioni si opporrà alla nascita di uno Stato palestinese e che Israele si trova ad affrontare una serie di pressioni internazionali che chiedono “il ritorno di Israele ai confini del ’67 e la divisione di Gerusalemme”.Sono quasi 6 milioni (5.9) gli israeliani che domani voteranno nelle elezioni politiche per dare un nuovo governo al paese. In lizza ci sono 25 partiti, comprese molte liste minori, ma quelle che possono aspirare a superare la soglia elettorale di sbarramento (3,25%) sono, secondo gli attuali sondaggi, sostanzialmente 11. In palio ci sono i 120 seggi della Knesset, unica rappresentanza parlamentare del paese, giunta alla sua 20esima legislatura. A fronteggiarsi per il primato sono essenzialmente due forze: da un lato il Likud (destra) del premier Benyamin Netanyahu da nove anni al potere, dall’altro ’Campo sionista’, alleanza di centrosinistra formata da Isaac Herzog, leader dei laburisti, e da Tizpi Livni, guida dei centristi di ’Hatnua’ (Movimento). Gli ultimi sondaggi danno un distacco di circa 4 seggi a favore di ’Campo sionista’ (24/25) contro il Likud (20/21).