Nessuna riunione per i Led Zeppelin – di Fabrizio Nobile

 

I Led Zeppelin non faranno ritorno sul palco. A comunicarlo agli ammiratori è stata la rivista inglese Mirror. Infatti, secondo una certa ricostruzione, il magnate Richard Branson, padre del marchio Virgin, ha avanzato una profumatissima offerta alla rock band degli anni settanta. L’elargizione del denaro ammontava a circa 500 milioni di sterline, di cui buona parte sarebbe stata data al cantante Robert Plant e al chitarrista Jimmy Page; senza contare, poi, la rassicurazione di altri settanta milioni che senza alcun dubbio il gruppo avrebbe ricavato dalla propria commercializzazione dopo aver ripreso il microfono e gli strumenti durante le diverse tappe che includeva l’offerta: Londra, Berlino e New Jersey. Di fronte a tale somma, un po’ a tutti è passata la speranza di poter rivedere i Led Zeppelin all’azione. Eppure è arrivato un grande rifiuto proprio dalla voce, Robert Plant. Branson e la sua squadra finanziaria sono rimasti increduli alla risposta di Plant. Inizialmente, il resto del gruppo musicale britannico (Jimmy, Jason e John) aveva accettato la tanto attesa e appagata riunione. L’ultima esibizione risale al 2007, a Londra nell’ O2 Arena, esclusivamente in tributo alla memoria di Ahmet Ertegun, che assieme al fratello fondò l’etichetta discografica Atlantic Records. Ebbene, dopo quell’evento, probabilmente, i Led Zeppelin non appariranno più insieme, sulla stessa scena. Col no di Plant non se ne fa niente sia dell’intera azione di marketing, che di quegli eventi che avrebbero raccolto adulti e giovani, alcuni a ricordare i bei tempi e altri a scoprire qualcosa di nuovo, sentito solo da qualche vinile annoso, di qualche decennio passato. Plant, dopo averci pensato quel che bastava, ha strappato il contratto provocando uno choc generale. Un atto coraggioso. Chissà se ha rifiutato per amore della musica: per non intaccare il ricordo che la gente ha, e ha avuto, nel tempo del suo gruppo. Questo non lo sappiamo, ma di sicuro avrà avuto le sue buone ragioni.