Per noi che ne apprendiamo dallaltra parte della luna, suona un po come accadeva nei cinema fra gli indiani ed i cowboy o i nazisti contro gli alleati. Ma la guerra che sta infiammando ormai da troppo tempo le martoriate terre della Siria, non è la trama di un film. Qui infatti, complici le oscure trame degli interessi internazionali, è complicato persino distinguere fra i buoni ed i cattivi. Su una cosa però siamo ormai tutti daccordo: nessuno può negare la ferocia e larroganza del sedicente Stato Islamico, contro il quale chiunque si schieri non può che accattivare le nostre simpatie ed il plauso planetario. E dunque quando giunge notizia di un raid ai danni dei miliziani jihadisti, in molti esultiamo nella speranza che la fine di tale follia sia vicina. Ma purtroppo non si tiene conto che, come appunto dicevamo, non sono scene di un film, ma la controversa realtà guidata da esseri umani. E se è vero che sbagliare è umano, è altrettanto vero che spesso tali sbagli nascondono tragedie inenarrabili. Ed è duro apprendere che, tra marzo e aprile di quest’anno – inIraqeSiria – la coalizione anti-Is guidata dagli americani, si sia erroneamente resa responsabile della morte di ben 332 civili. Cifre che fanno male, pensando soprattutto a quante creature innocenti hanno pagato con la vita questa terribile guerra religiosa. Come evidenzia un report diffuso dalla stessa coalizione, dal 2014 ad oggi ben 484 civili sono rimaste vittime di errori balistici. Un prezzo altissimo che paghiamo anche noi, scadendo nel tifo
M.