Scontro al Senato su una norma contenuta nel dl Infrastrutture che ha riproposto una contrapposizione simile a quella sul ddl Zan la scorsa settimana. A scatenare le tensioni la norma che prevede “il divieto di pubblicità che proponga messaggi sessisti o violenti o stereotipi di genere offensivi o messaggi lesivi del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici, del credo religioso, dell’appartenenza etnica oppure discriminatori con riferimento all’orientamento sessuale, all’identità di genere, alle abilità fisiche e psichiche”.
Insorge Fratelli d’Italia: “Il governo e la maggioranza, stanno reintroducendo furbescamente nel decreto Infrastrutture, sul quale l’esecutivo ha posto la fiducia, alcuni elementi della legge Zan contro l’omofobia, bocciata la scorsa settimana dall’aula di palazzo Madama. Domanda Lucio Malan: “Come è possibile che in un decreto riguardante gli investimenti e la sicurezza delle Infrastrutture, trasporti e circolazione stradale, sia stata inserita una norma ideologica, volta a limitare la libertà di espressione, con il pretesto che l’esercizio di questa libertà non può avvenire sulle strade e sui veicoli? Una cosa assolutamente inaccettabile, introdotta di soppiatto”.
Il decreto è stato approvato con 190 voti favorevoli e 34 contrari. L’aula del Senato ha rinnovato la fiducia al governo con l’approvazione definitiva, nel testo identico a quello licenziato dalla Camera.