BENESSERE

Nel 2050 il mal di schiena sarà più invalidante dell’Alzheimer

Secondo recenti studi, il mal di schiena (lombalgia) è destinato a diventare una delle malattie più invalidanti al mondo entro il 2050, superando persino l’Alzheimer. Nel 2022, questa patologia si trovava all’ottavo posto tra le condizioni più debilitanti e, secondo le previsioni, salirà al settimo entro metà secolo. In Italia, si stima un incremento del 46%-53% dei casi. La Federazione Nazionale Ordine Fisioterapisti (Fnofi) ha lanciato una campagna informativa per sensibilizzare la popolazione sull’importanza della prevenzione e della cura del mal di schiena, evidenziando come ogni anno un italiano su tre sia costretto a restare a casa a causa di questo disturbo, con notevoli impatti sociali e personali.

Il mal di schiena è spesso sottovalutato, ma i dati dimostrano che è una delle principali cause di assenza dal lavoro. Ogni anno, infatti, colpisce milioni di persone, costringendole a casa e influenzando negativamente la qualità della vita. Secondo l’Istat, circa 8,6 milioni di italiani soffrono di difficoltà motorie, e 5,5 milioni ricorrono a cure fisioterapiche per alleviare i sintomi della lombalgia e di altri problemi muscoloscheletrici. La maggior parte di coloro che richiedono trattamenti fisioterapici sono donne, con una percentuale del 57%.

Questi numeri allarmanti sottolineano l’importanza di agire tempestivamente. La campagna “Il movimento che non si ferma”, lanciata dalla Fnofi in occasione della Giornata mondiale della fisioterapia, mira a migliorare l’accesso alle cure fisioterapiche, educando i cittadini su come prevenire e gestire al meglio il mal di schiena. Gli esperti avvertono che ignorare questo problema può portare a cronicizzazioni che influenzano negativamente la vita quotidiana.

Aggiornamento ore 13.00

Nel contesto europeo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha segnalato che il 47% degli italiani e il 40% degli europei necessita di un intervento riabilitativo, con un forte focus sui trattamenti fisioterapici. Questo aumento della domanda di cure riabilitative è dovuto a vari fattori, tra cui l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle malattie croniche. L’Italia, con circa 27 milioni di persone che potrebbero beneficiare di trattamenti riabilitativi, si trova ad affrontare una vera e propria emergenza sanitaria in questo ambito.

La prospettiva delineata dagli studi pubblicati su “The Lancet” conferma che, senza un’adeguata prevenzione, il mal di schiena potrebbe diventare una delle principali cause di disabilità in Italia. La Fnofi sottolinea l’importanza di raccogliere dati precisi per comprendere meglio l’entità del problema e intervenire in modo mirato. È fondamentale lavorare non solo sui numeri ufficiali, ma anche su quelli sommersi, per garantire a tutti l’accesso alle cure necessarie.

Aggiornamento ore 13.30

La Fnofi si impegna a sensibilizzare i cittadini sull’importanza della prevenzione e del trattamento precoce del mal di schiena. Il presidente della Fnofi, Piero Ferrante, ha sottolineato che uno degli obiettivi principali della campagna è raggiungere la popolazione anche attraverso i social media, come Instagram e Facebook, per diffondere informazioni su come affrontare questo problema comune e prevenire complicazioni.

Ferrante ha anche evidenziato il ruolo centrale che i fisioterapisti possono svolgere non solo nella prevenzione, ma anche nel trattamento di chi soffre di mal di schiena. Grazie alla loro formazione specializzata e ai continui sviluppi nella scienza della fisioterapia, i professionisti del settore sono in grado di offrire interventi mirati per migliorare la qualità della vita dei pazienti. Tuttavia, uno degli ostacoli maggiori rimane l’accesso alle cure: molti cittadini rinunciano a trattamenti fisioterapici a causa di difficoltà economiche o di scarsa informazione sui benefici di tali interventi.

Per migliorare la gestione del mal di schiena a livello nazionale, Ferrante ha sottolineato l’importanza di rendere le cure fisioterapiche più accessibili e sostenibili per tutti i cittadini. Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) deve essere in grado di garantire l’accesso a cure riabilitative di qualità, senza che il fattore economico rappresenti una barriera. La fisioterapia, infatti, può giocare un ruolo chiave nel ridurre l’impatto sociale ed economico del mal di schiena, migliorando allo stesso tempo la qualità della vita delle persone colpite.

Aggiornamento ore 14.00