All’indomani del quarto round dei negoziati fra la delegazione russa e quella ucraina, tenutosi ad Istambul, oggi Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha commentato che “Il Cremlino non ha visto nulla di promettente” e che “c’è ancora un grande lavoro da fare”. Tuttavia il portavoce ha comunque “ritenuto positivo” che l’Ucraina abbia ‘fissato in calce’ le sue richieste per porre fine al conflitto.
Il diplomatico moscovita ha poi precisato, ”Se avete notato, evitiamo accuratamente qualsiasi dichiarazione su quelle questioni che sono sostanzialmente sul tavolo delle trattative. Non le discutiamo pubblicamente, riteniamo che le trattative debbano andare avanti in silenzio“, puntando il dito soprattutto contro i media, ‘subito pronti’ a raccogliere qualsiasi dichiarazione pervenga dai rappresentanti dell’Ucraina, “compresi coloro che non hanno nulla a che vedere con i negoziati. Questo non è un fattore che contribuisce al successo di questi negoziati”.
Inoltre Peskov ritiene che lo “status della Crimea non si discute perché la Crimea fa parte del territorio russo”, questo per ribadire che certo Mosca non discuterà con Kiev sulla Crimea. Oltretutto, tiene a rimarcare il portavoce del Cremlino, “La costituzione russa vieta di discutere il destino dei territori della Federazione Russa”. Insomma, in concreto secondo Peskov, ieri ”non c’è stato alcun punto di svolta”.
Dal canto suo, uscendo dall’incontro di ieri, Vladimir Medinsky, capo della delegazione russa (e consigliere del Cremlino), ha subito tenuto a rimarcare che ”I principi del nostro Paese riguardo alla Crimea e al Donbass rimangono invariati”. Ad ogni modo, ha poi aggiunto, “Le trattative continuano”. C’è anche da sottolineare che, a parte il veto assoluto sulla Nato, riguardo all’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea, Mosca non ha obiettato nulla purché questo non avvenga nell’immediato.
Sulla sponda opposta, la delegazione ucraina si è dichiarata disposta alla neutralità e, davanti a tangibili garanzie di sicurezza, si è detta favorevole a rinunciare ad eventuali alleanze militari. Tuttavia, Stati Uniti a parte, anche lo stesso Zelensky si è mostrato abbastanza dubbioso rispetto ai negoziati, affermando che ”Gli ucraini non sono ingenui’’, dunque ritiene poco credibile che, nonostante le promesse di ridurre le sue attività belliche, i russi allenteranno realmente la morsa”, aggiungendo che ”Naturalmente vediamo i rischi. E naturalmente non vediamo alcun motivo per fidarci delle parole di alcuni rappresentanti di uno Stato che continua a lottare per la nostra distruzione. Gli ucraini hanno già imparato durante questi 34 giorni di invasione e negli ultimi otto anni di guerra nel Donbas che ci si può fidare solo di un risultato concreto, ovvero se i fatti cambiano sulla nostra terra’’.
Max