La Camera di commercio di Frosinone e Latina ha presentato il IX Rapporto nazionale sull’economia del mare promosso da Informare, azienda speciale per l’internalizzazione, la formazione e l’economia del mare ed elaborato dal Centro Studi G. Tagliacarne e da Unioncamere. Un appuntamento atteso da tutto il comparto quello andato in scena nella mattinata al Salone Nautico di Genova, in occasione della 6° Giornata Nazionale sull’Economia del Mare.
“Quella di oggi – spiega il presidente della Camera di commercio del Basso Lazio, Giovanni Acampora – è un’occasione unica per offrire una chiave di lettura di un comparto fondamentale per il nostro Paese. Il Rapporto, che verrà presentato dal Centro Studi Tagliacarne traccia le coordinate dell’economia blu del nostro Paese, definendone la dimensione economica di un complesso sistema di filiere, oggi, più che mai, cruciale per una ripresa economica del Paese e più in generale di tutta l’Europa. Attualmente l’Italia sta attraversando una fase di recupero straordinaria superiore agli altri Paesi europei. Secondo le ultime stime dell’Istat, la crescita acquisita per il 2021 è pari al +4,7% (+3,5% il dato Ue), risultando l’Italia capolista in Europa assieme alla Francia, sebbene siamo ancora sotto il livello pre covid come avviene anche nelle principali economie dell’Eurozona”.
“Eccellente la performance del Made in Italy – ha evidenziato il presidente Acampora – con vendite all’estero che hanno già superato i valori del 1° semestre del 2019, confermando primati che neppure la pandemia è riuscita a contagiare e dimostrando che il nostro Paese è un assoluto protagonista per design, creatività e innovazione. Nell’attuale contesto.Siamo chiamati alla sfida della doppia transizione verde e digitale. Perché questa si realizzi, le Istituzioni e le imprese dovranno contribuire in uno sforzo congiunto a garantire lo sviluppo delle nuove competenze connesse ai principali driver dell’innovazione tecnologica e della sostenibilità che genereranno un fabbisogno sempre più pressante di nuove intelligenze. I prossimi mesi saranno cruciali e alla vitalità che il nostro Paese ha già dimostrato, dovrà seguire la convergenza delle azioni perché si realizzino gli impegni presi”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi G. Tagliacarne, che ha presentato il Rapporto: “La filiera della blue economy ha un ruolo centrale nello sviluppo economico del Paese: per avere una idea il suo valore diretto è superiore di una volta e mezzo quello dell’agricoltura. Un importante contributo viene dal Mezzogiorno, che produce un terzo dell’intero valore nazionale dell’economia blu. La pandemia ha colpito duramente anche la filiera della blue economy che ha perso 10,7 miliardi nel 2020, quasi un quarto del valore complessivo nazionale, in particolare nella componente più strettamente legata al turismo. Mentre ha tenuto meglio la filiera della nautica, pur registrando una contrazione dell’11%, anche per effetto delle buone performance conseguite sui mercati internazionali nella seconda parte dello scorso anno”.
Al Salone Nautico, si è tenuto anche il workshop ‘La crescita blu’, di Assonautica, Informare e Assonat al quale è intervenuto il consigliere delegato all’Economia del mare dell’azienda speciale, Antonello Testa: “Per l’Italia il mare è sempre stato una risorsa e, da diversi anni, analizziamo l’economia blu perché rappresenta crescita, occupazione, innovazione. Oggi, nel pieno degli sforzi per la ripresa, la nostra sfida è quella di considerare il “sistema mare” un alleato strategico per una competitività sostenibile, per la lotta al cambiamento climatico, per valorizzare la biodiversità, per vincere la battaglia dell’approvvigionamento energetico e idrico. Oggi sostenere una crescita ulteriore, implica una visione strategica che integri tutti i fattori della sostenibilità”.
Entrando nel dettaglio, il consigliere delegato di Informare ha sottolineato: “Il nostro Rapporto sull’Economia del Mare si basa su un particolare indicatore, il moltiplicatore dell’economia del mare che indica quanto valore aggiunto viene attivato, per ogni euro prodotto dalla blue economy, in tutte le altre attività economiche che contribuiscono alla sua realizzazione. Nel 2019 la blue economy ha prodotto 47,5 miliardi di valore che hanno attivato, per l’effetto moltiplicativo, altri 89.4 miliardi di valore aggiunto, per un ammontare di ricchezza prodotta pari a 136,9 miliardi che rappresenta l’ 8,6% del valore aggiunto prodotto dall’intera economia nazionale. In definitiva possiamo dire che, per l’effetto moltiplicativo, ogni euro prodotto dalla blue economy ne ha attivati altri 1,9 nel resto dell’economia”.