(Adnkronos) – (dall’inviata Elvira Terranova) – “Eravamo quasi arrivati… Sani e salvi. Poi, la barca ha battuto contro qualcosa di duro, forse uno scoglio o la battigia, e si è spezzata e capovolta. Siamo caduti tutti in acqua. C’era chi gridava, chi è annegato subito, altri hanno provato a raggiungere la riva. E’ stato terribile”. A raccontarlo è uno dei superstiti del naufragio davanti alle coste di Steccato di Crotone (Crotone), che si trova al Cara.
L’uomo, che ha 36 anni, arriva dall’Afghanistan, ha raccontato gli attimi prima del naufragio ai carabinieri di Crotone che conducono l’indagine coordinata dalla Procura di Crotone. L’informativa con tutte le dichiarazioni dei superstiti, alcuni ancora sotto choc, verranno inviate già nelle prossime ore ai magistrati che indagano per disastro colposo, omicidio colposo plurimo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Sono al momento 59 i morti accertati, tra cui 12 minori, mentre ci sono ancora diversi dispersi. Sono 81, invece, i superstiti del naufragio. Le vittime minorenni hanno un’età compresa tra i 13 anni e gli otto mesi. Il procuratore capo della repubblica di Crotone questa sera ha preso parte alla riunione in Prefettura con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
L’imbarcazione era partita dalla Turchia per raggiungere le coste italiane. Poi, all’alba il naufragio, con la barca che si spezza in due parti. I sopravvissuti sono stati trasferiti dalla spiaggia di Steccato al Centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto. Arrivano dall’ Iraq, Iran, Afghanistan, Siria.