Sbarcati allhotspot di Lampedusa, quei 29 disperati sopravvissuti al naufragio di due gommoni al largo della Libia, non avevano che parole di commozione per i circa 249 loro compagni di viaggio inghiottiti dalle gelide acque del mediterraneo. I 278 migranti erano partiti giorni fa dal porto di Tripoli. Sul primo gommone c’erano 138 persone e nel naufragio si sono salvate solo due donne. Una delle due superstiti ha raccontato che è riuscita a salvarsi soltanto grazie a un cadavere galleggiante che le ha permesso di aggrapparsi e di non annegare. L’altra superstite, una giovane donna della Liberia di venti anni, nel naufragio ha perso il figlio di appena due anni. Sul secondo gommone c’erano 140 migranti, e si sono salvati in 27. Ricoverati ancora sotto choc presso la guardia medica dellisola siciliana, questi poveri disperati hanno ricevuto la visita del prima cittadino Giusi Nicolini: “Basta con queste stragi, rischiamo un genocidio vero e proprio ha ammonito il sindaco – Bisogna subito avviare i corridoi umanitari, altrimenti non finiremo mai di contare morti. Servono strumenti legislativi adeguati. E poi pensiamo a queste persone che arrivano a Goro e vengono rifiutate. Incredibile. Ho incontrato alcuni superstiti che sono ancora sconvolti da quanto accaduto. Hanno raccontato di avere subito violenze di ogni genere – ha poi testimoniato la Nicolini all’Adnkronos – Molti sono ancora sotto choc. Sono stati tenuti per quasi due mesi in un magazzino in Libia, prima di essere accompagnati sui due gommoni. Una delle due imbarcazioni era già difettosa, ma quando alcuni si sono lamentati chiedendo di rinviare il viaggio sono stati costretti a salire e a partire”.
M.