Esperimenti quantistici nello spazio per testare i limiti della fisica e cercare nuove risposte dalla natura. La prestigiosa rivista scientifica Nature ha scelto lo scienziato italiano Angelo Bassi per curare un articolo di commento a questo progetto di ricerca, uno fra i più spinti e futuribili mai pensati dalla scienza negli ultimi anni. L’articolo curato da Bassi è uscito proprio in questi giorni ed è già una pietra miliare nella meccanica quantistica. “Con questa scelta ci arriva da Nature un importante riconoscimento al nostro lavoro e una conferma del ruolo centrale che il nostro gruppo di ricerca ha acquisito in questi ambiti sul piano internazionale” commenta il fisico Angelo Bassi intervistato dall’Adnkronos. Classe 1973, udinese di nascita, Bassi è professore associato al Dipartimento di Fisica dell’Università di Trieste dal 2016 e ha affrontato l’argomento su Nature insieme a un team internazionale di esperti che include i gruppi del fisico Hendrik Ulbricht e del fisico Mauro Paternostro.
“Nell’articolo spieghiamo che l’obiettivo è arrivare a futuri esperimenti di meccanica quantistica nello spazio – su un satellite dedicato e non sulla Stazione Spaziale Internazionale perché troppo ‘rumorosa’- perché, a differenza della sperimentazione sulla Terra, lo spazio offre condizioni diverse” spiega lo scienziato italiano che non è nuovo a riconoscimenti di questo peso. Riconosciuto come un riferimento internazionale nella meccanica quantistica, Bassi infatti approfondisce da anni questa disciplina con attività di ricerca e nella pratica coordinando anche progetti di sviluppo e trasferimento tecnologico. Tanto che, al termine del 2020, una sua ricerca pubblicata su Nature Physics è stata indicata da Science come “seconda notizia scientifica più importante dell’anno”. E non solo.
A giugno del 2020 Bassi ha conquistato le pagine del New York Times che gli ha dedicato un inedito profilo definendolo “scienziato ribelle”. Forse perché, scherza, “mi piace uscire dagli schemi”. Il fisico italiano nella sua attività di ricerca ha realizzato oltre 110 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali e i suoi studi trovano ‘applicazione pratica’ nel coordinamento di importanti progetti di sviluppo e trasferimento tecnologico come, ad esempio, il Progetto Quantum Fvg. Inoltre, proprio al G20 sulla digitalizzazione di Trieste, Angelo Bassi ha guidato assieme al Cnr la prima dimostrazione internazionale di comunicazione quantistica anti hacker fra 3 Stati. Ma perché guardare allo spazio per esperimenti di meccanica quantistica? “Nello spazio i sistemi quantistici possono fluttuare liberamente per tempi molto lunghi” risponde. “Si tratta di sperimentazioni che richiederanno decenni per essere realizzate, vista la loro complessità, ma noi ci crediamo” scandisce Bassi.
Questi esperimenti nello spazio, spiega Angelo Bassi, “sono importanti perché la meccanica quantistica è la teoria che noi utilizziamo per descrivere la materia, come si comportano gli atomi e le molecole, e con la meccanica quantistica, tra l’altro, abbiamo anche imparato a manipolare la materia per costruire nuovi materiali e realizzare nuove tecnologie: un classico esempio è il laser oppure la Risonanza Magnetica Nucleare o il transistor”. Ebbene, osserva, “la domanda che gli scienziati si pongono è: la meccanica quantistica descrive la materia solo su scala microscopica o anche su scala macroscopica? Questo è un problema ancora aperto, non conosciamo la risposta”.
“E in teoria -continua a spiegare lo scienziato- la teoria potrebbe valere sempre ma poi, magari, la natura potrebbe decidere che questo non è vero. Quindi la comunità scientifica sta cercando di fare sperimenti quantistici su sistemi via via più grandi fino a guardare allo spazio” dove, con satelliti o sulla Stazione Spaziale Internazionale, già tanti team scientifici stanno cercando risposte e nuove conoscenza. Dunque, prosegue ancora Bassi, “la verifica dei limiti di validità della meccanica quantistica consoliderà o rivoluzionerà l’approccio alle tecnologie quantistiche: per esempio per quanto riguarda lo sviluppo di computer quantistici sempre più potenti”.
In questo commento su Nature, argomenta ancora lo scienziato italiano, “diciamo che fare questi esperimenti sulla Terra diventerà sempre più difficile a causa delle situazioni contingenti: tipicamente un oggetto per non farlo cadere bisogna tenerlo in piedi e ciò significa inevitabilmente interagire, ‘disturbare’ qualsiasi sistema”. “Se invece uno va nello spazio, a gravità quasi zero, allora lì l’oggetto può essere libero di comportarsi quantisticamente – se è quantistico – o non quantisticamente – se non é quantistico – e lo scienziato può fare l’esperimento e capire quale delle due situazioni si verifica in natura” osserva infine lo scienziato aprendo nuovi orizzonti. Certo, bisognerà aspettare ancora qualche anno per avere le risposte che cerca Bassi ed il gruppo di ricerca ma la scienza, si sa, guarda avanti e sa aspettare. (di Andreana d’Aquino)