Oggi, giovedì 17 dicembre, è previsto l’incontro tra governo e Regioni per decidere le misure da adottare durante le festività natalizie. Nel vertice con i capidelegazione il il Comitato tecnico scientifico, il premier Giuseppe Conte ha provato a far passare la “linea morbida”, ma sembra che ad averla spuntata sia stato l’asse “rigorista”. La decisione è attesa per oggi.
Le ipotesi
Tutta Italia in lockdown dal 24 dicembre al 6 gennaio. È la proposta dei “rigoristi”, sostenuta dai ministri Dario Franceschini e Francesco Boccia. Una chiusura appena più morbida di marzo, l’ultimo sforzo “necessario” per contenere la diffusione del virus a Natale e a Capodanno. Sarebbero chiusi bar, ristoranti e negozi e divieto di spostamento anche nel proprio comune. Rimarrebbero esclusi i giorni 28, 29 e 30 dicembre.
Zona rossa nei festivi e prefestivi
Il Paese in zona rossa nei giorni festivi e prefestivi. Stretta dunque su 24, 25, 26 e 27 dicembre. Poi ancora dal 31 dicembre al 3 gennaio. Otto giorni chiusi in casa con bar, ristoranti e negozi chiusi tutto il giorno e circolazione vietata anche all’interno del proprio comune. L’obiettivo è quello di evitare cene e veglioni, considerati l’anticamera della terza ondata. Ancora dubbi, che oggi dovranno essere risolti, su deroghe per le messe e su ricongiungimenti familiari il giorno di Natale nei casi di persone sole. Se dovesse passare questa linea, il 28, 29 e 30 dicembre invece si potrà uscire liberamente nella propria regione (fino al coprifuoco delle 22, o forse anticipato alle 20) e i negozi, bar e ristoranti dovrebbero essere aperti. “Occorre rinforzare il piano natalizio che abbiamo già definito – ha detto il premier Conte ad Accordi e Disaccordi sul Nove – anche gli esperti del Cts hanno consigliato un’ulteriore stretta per scongiurare la terza ondata”.
Per quanto riguarda il fine settimana del 19-20 dicembre, per il momento non sono previste ulteriori limitazioni.
Mario Bonito