“Non è una nuova corrente del Pd”. Marco Furfaro la mette come premessa nel presentare ‘Prossima’ al debutto domani con un’iniziativa in streaming a partire dalle 10. “Non è una corrente perché non siamo tutti del Pd, è una rete politico-culturale aperta e che ha legami con l’esterno. Anche con chi non è del Pd”, spiega Furfaro all’Adnkronos. E nelle lunga lista degli oratori che domani terranno a battesimo ‘Prossima’ ci sono anche la sardina Mattia Santori, Elly Schlein e Giuliano Pisapia, c’è il presidente della commissione Regeni, Erasmo Palazzotto, Enza Rando di Libera e Francesca Chiavacci di Arci, tra gli altri.
E poi diversi dirigenti e amministratori dem, da Michele Emiliano alla presidente Pd, Valentina Cuppi, Paola De Micheli e poi tre ex della segreteria Zingaretti: Nicola Oddati, Stefano Vaccari, Marco Miccoli. E’ l’area degli zingarettiani di sinistra? “C’è anche quel pezzo lì – dice Furfaro – ma questa è un’iniziativa che guarda avanti, non è una ‘cosa’ degli zingarettiani. L’idea è quella di provare a costruire un luogo per aiutare il Pd nell’apertura e nella discussione sull’idea di società che vuole costruire”.
Sulla scia della Agorà di cui ha parlato il segretario Letta, insomma. “Esattamente. ‘Prossima’ si inserisce proprio nel percorso delineato dal segretario. Noi abbiamo bisogno di idee e apertura, non di posti di potere e correnti. E vogliamo provare a gettare un ponte in più verso l’esterno e portare un arricchimento di idee e proposte nella costruzione del nuovo Pd”. Domani verrà presentato anche un Manifesto dell’area. “Tra le misure c’era anche quella della tassa di successione ma Letta ci ha anticipato…”, scherza Furfaro.
Ai promotori di ‘Prossima’ la proposta di ieri del segretario Letta sulla ‘dote’ ai 18enni è piaciuta. “Occorre una visione del mondo e occorre battersi per quello. E per questo serve, oggi più che mai, dare anima e identità al Partito Democratico” e “va fatto con coraggio”. Come con la proposta sulla tassa di successione. Perché, si legge nel Manifesto che sarà presentato domani, “sosteniamo con forza e lealtà il governo Draghi” ma “non siamo il partito di Draghi, siamo il Partito Democratico. Per questo occorre forza e determinazione nella nostra presenza al governo. Senza la paura, come troppe volte è accaduto in passato, di ‘disturbare il manovratore’”.
Nel lungo documento in 24 pagine sono elencate molte proposte per macro aree dall’Europa alle donne, ai diritti: leggi contro l’omofobia, Ius Soli, fine vita, adozioni per le coppie omosessuali e per i single. Ed ancora i migranti. Perché, si sottolinea nel Manifesto, “siamo alternativi alla destra e non abbiamo creduto alle conversioni europeiste dell’ultimo minuto. E tanto meno pensiamo che le differenze si annullino”.
Quindi le proposte su lavoro e welfare dal reddito universale alla riduzione dell’orario di lavoro. C’è anche un passaggio dedicato alla forma partito (“Il tema non è essere pesanti o leggeri, il tema è essere utili”), alle primarie che restano “irrinunciabili” e alla legge elettorale. “Pensiamo che sia necessaria una legge elettorale maggioritaria, che garantisca rappresentanza alle forze minori e un rapporto diretto tra eletti ed elettori, tra candidati e territorio. Proponiamo di tornare alla legge elettorale che rendeva chiara la differenza tra campi e schieramenti avversari, che garantiva chiarezza ai cittadini e che spingeva le forze politiche a confrontarsi in nome del bene comune: il Mattarellum”.