“Non sarà una fusione a freddo ma una fusione a caldo con un percorso graduale che porterà a settembre a gruppi unitari. Un progetto che nasce in discontinuità – con le politiche renziane – e che si offre a quegli elettori di centrosinistra delusi e sfiduciati”. Così Pisapia presenta ’Insieme’, “il nuovo soggetto politico” tenuto a battesimo oggi e che in seguito “sceglieremo insieme come chiamare”. La nuova sinistra è firmata anche da Pierluigi bersani, che dal palco di Piazza dei ss Apostoli, a Roma, urla: “Noi vogliamo rivolgerci a tutto quel popolo di centrosinistra che se ne sta a casa, deluso e sfiduciato, e che magari oggi ha sentito passare in tv il comizio di Renzi e gli passa sulla testa come acqua sul marmo”. I due definiscono questa nuova avventura politica una nuova “casa comune” da aprire a quanti vogliono continuare a credere in una certa sinistra: “Da oggi parte una casa comune per un progressismo moderno e rivoluzionario spiega Pisapia – Uniti e radicalmente innovativi. Se noi non riusciamo a dare una casa comune radicalmente innovativa rispetto al passato, noi non riusciremo a raggiungere l’obiettivo. Non basta dire cose di sinistra, bisogna fare cose di sinistra”, afferma ancora Pisapia alludendo alla necessità di una “discontinuità netta”, ma non nomina Renzi, lex primo cittadino milanese, perché sottolinea la sua non è una battaglia animata da “ripicche e personalismi, non per antipatia per uno o più leader ma perché vediamo le difficoltà del paese. La politica non è avere tanti like, politica non è io è noi”. Ius Soli, migranti, politiche per la casa, il lavoro sono le prorità sulle quali urge lavorare non solo a parole. E ritiene un “errore” l’abolizione dell’art.18 così come la decisione di abolire l’Imu: “Come è possibile non riconoscere come un errore aver cancellato l’Imu per tutti?”. Un punto, quello delle politiche fiscale, pienamente condiviso anche da Bersani. E a stretto giro Francesco Bonifazi, tesoriere Pd, replica via Twitter: “Abbassare le tasse è stata tra le più importanti novità del @pdnetwork di Matteo Renzi mettere in discussione questo risultato è masochismo”. Ad ascoltarli Laura Boldrini, Massimo D’Alema, e una delegazione del Pd con Andrea Orlando, Nicola Zingaretti e Gianni Cuperlo: “Non eravamo qui per assistere alla nascita di un partito, un partito c’è già, eravamo qui per ascoltare parole di unità per un centrosinistra largo”, ha detto il Guardasigilli. D’Alema afferma invece serafico: “Andremo alle elezioni ognuno con la sua piattaforma. Se noi avremo un grande successo, come io spero, sarà possibile riaprire un discorso col Partito democratico per spingerlo a tornare ad essere una forza che vuole fare il centrosinistra, perché il centrosinistra non è una parola, è una politica. E la politica del Pd di questi anni non è stata una politica di centrosinistra, sennò non saremmo qui”. Interessante ed apprezzato dalla piazza lintervento del costituzionalista Valerio Onida: “Noi non vogliamo essere i fedelissimi di nessuno, ma ci aspettiamo che nasca una esperienza collettiva, non siamo alla ricerca di un leader, non siamo alla ricerca di unanimità ma di dialogo. Mai di compromessi al ribasso”.
M.