Napolitano lascia il colle -di Gianmarco Chilelli

    La lettera di dimissioni del presidente della Repubblica è stata consegnata ai presidente delle camere, Piero Grasso e Laura Boldrini, e a palazzo Chigi, sede del governo, pertanto da domani sarà aperta la corsa alla sua successione. Il presidente già ieri confessa di essere stanco e voler riposare, poiché i compiti propri del Quirinale stavano diventando per lui insostenibili, confessando ad una studentessa –“Certo che sono contento di tornare a casa. Qui si sta bene, è tutto molto bello, ma insomma si sta un po’ chiusi, un po’ come una prigione. Si sta un po’ chiusi e si esce poco’’-. Impaziente, dunque, di tornare alla sua dimora in via dei Serpenti lasciando il palazzo che per secoli è stato eletto a residenza papale e poi, dal 1870 al 1946, abitato dai Reali di casa Savoia. Il presidente del Consiglio Renzi twitta #GraziePresidente e fa sapere che il Pd è pronto ad ascoltare tutte le forze, benché nei giorni precedenti abbia fatto sapere che l’interlocuzione con Fi è prediletta per via della rappresentanza dei milioni di cittadini che il partito di Berlusconi esercita. Motivazione curiosa dal momento che, dopo la maggioranza, il maggior partito d’opposizione risulta essere, anche se alcuni sondaggi ne decretano l’abbassamento di appeal, il Movimento cinque Stelle. Proprio in merito alle dimissioni di Giorgio Napolitano il M5S chiede al presidente uscente di rinunciare alla carica di senatore a vita poiché è stato secondo i capigruppo M5S di Camera e Senato, Andrea Cecconi e Alberto Airola “uno dei peggiori presidenti della Repubblica”. Forse Cecconi e Airola imputano al presidente una mancata imparzialità nel arbitrare la scena politica in nome delle riforme che a detta dello stesso presidente sono indispensabili. O forse ancora ricordano le pressioni del presidente sull’ allora procuratore generale della Cassazione Esposito, affinché questi convincesse Piero Grasso, allora procuratore nazionale Antimafia, a non far interrogare come testimone Nicola Mancino nell’ambito del processo sulla trattativa stato-mafia. Dal canto suo Matteo Renzi chiede al parlamento europeo a Strasburgo l’applauso per il presidente “convinto europeista che proprio in queste ore lascerà il proprio incarico, avendo compiuto un lungo percorso di cambiamento e avendo affrontato le difficoltà in Italia con la saggezza e l’intelligenza che molti di voi hanno riconosciuto lavorandoci a fianco anche in quest’Aula negli anni passati”. Da circa le 12.05 di oggi il presidente, dopo aver ricevuto dai corazzieri lo stendardo del presidente ammainato dalla torretta, è tornato a rione Monti, dove lo accoglieranno con una piccola festa. Da oggi Giorgio Napolitano si dividerà tra Vicolo dei Serpenti e Palazzo Giustiniani, dove avrà a disposizione uno studio, al pari di tutti gli altri presidenti emeriti della Repubblica. Sede in cui incontrerà Piero Grasso, che in occasione della sua elezione a presidente del Senato fece sapere di essere disposto a incarichi “più alti”  e che svolge le funzioni del presidente della Repubblica supplente fino all’ elezione del successore di Napolitano.