“Lo sai qual è il problema? E’ che tu sei un negro, siete una razza di merda e rimarrete sempre schiavi nella vita, tu rimarrai schiavo a vita e se ti acchiappo per strada ti mando all’ospedale”. Questo il contenuto del messaggio audio ricevuto da un 34enne originario della Costa d’Avorio, richiedente asilo da 4 anni in Italia e ospite in un centro di accoglienza a Villa Literno (Caserta). A pronunciare queste parole, inviate tramite audio su Whatsapp, è il suo datore di lavoro, titolare di un’officina meccanica di Napoli, al quale il 34enne ha chiesto un contratto e una giusta retribuzione.
La legittima richiesta del 34enne, come già avvenuto più volte in precedenza, ha scatenato la rabbia del datore di lavoro, che prima lo ha pesantemente offeso nel corso di una telefonata, poi ha incalzato inviandogli dei messaggi audio attraverso Whatsapp. Uno di questi, il più pesante dal punto di vista degli insulti razziali, è stato inoltrato dal 34enne all’avvocato Hilarry Sedu, legale italiano di origini nigeriane impegnato nel riconoscimento dei diritti civili per i migranti.
L’intero racconto e i messaggi audio sono finiti nella querela presentata questa mattina alla Polizia di Stato dall’avvocato per conto del 34enne ivoriano. “Era deluso e ferito per essere stato insultato per l’ennesima volta – spiega all’Adnkronos l’avvocato Sedu – perché più volte è stato offeso pesantemente per motivi razziali dal suo datore di lavoro, ogni volta che chiedeva di essere regolarizzato. Questa volta ha preferito chiederglielo al telefono, e già durante la telefonata sono arrivati i primi pesanti insulti. Dopo aver ascoltato il messaggio audio, ho ritenuto che bisognava fare qualcosa e mi sono adoperato per la querela”.