Escalation di violenza e sparatorie a Napoli nelle ultime ore: la situazione dell’ordine pubblico – tra cui l’omicidio di un ragazzo di 17 nel quartiere Sanità – è al centro di una riunione del comitato provinciale per la sicurezza convocato per oggi in Prefettura. Attorno allo stesso tavolo, coordinati dal prefetto Gerarda Maria Pantalone, i vertici delle forze dell’ordine ed il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. Proseguono le indagini sugli ultimi episodi. Desta preoccupazione la situazione nel Rione Traiano, dopo la ripetuta esplosione di proiettili di kalashnikov e il ritrovamento, oggi, di 21 bossoli. Inquirenti al lavoro anche per cercare di fare luce sull’omicidio di Gennaro C., il ragazzo assassinato l’altra notte. Sgarro, regolamento di conti, pallottola vagante dopo una sparatoria all’impazzata tra bande contrapposte: tutte le piste restano aperte. Due sparatorie sono avvenute domenica nel quartiere Soccavo. In via Montagna Spaccata, 6 persone a bordo di 3 scooter, con i volti coperti, hanno esploso almeno 6 proiettili calibro 9×21. Due hanno raggiunto il balcone dell’ abitazione di un incensurato. Qualche ora dopo, in via del Discobolo, la probabile risposta. Almeno 15 colpi calibro 9 sono stati esplosi in aria. Un altro proiettile si è conficcato nel solaio di un altro balcone. Sempre nello stesso quartiere, in via Epomeo, è stata trovata una bomba a mano inesplosa. Non è ancora chiaro da quanto tempo l’ordigno si trovasse in quel posto, in un parcheggio, vicino a un camion. Nella zona – riferiscono i carabinieri – non esistono al momento ’obiettivi sensibili’, persone o vetture riconducibili a pregiudicati. Altri 21 bossoli di kalashnikov sono stati trovati al Rione Traiano, dove nei giorni scorsi ci sono stati analoghi raid da parte di sconosciuti. Il ritrovamento in via Catone dove la Polizia ha scoperto anche un proiettile inesploso a terra, vari frammenti di ogiva. Sette proiettili sono finiti sulla porta di un basso di un uomo, incensurato, di 32 anni. Forati i tubi del gas e dell’acqua: sul posto gli addetti delle aziende di distribuzione hanno provveduto a chiudere l’erogazione.