Come da precedenti accordi, nel pomeriggio avrebbero dovuto incontrare una delegazione di funzionari comunali a Palazzo San Giacomo, per illustrare loro le enormi difficoltà con le quali sono costretti a convivere i senza casa napoletani. Ma qualcosa, sifducia, rabbia o chissà cosa, ha invece spinto stamane alcuni attivisti del movimento per il diritto alla casa ad occupare addirittura il Comune di Napoli. Un’irruzione che gli attivisti hanno giustificato come una protesta per accelerare da parte dell’amministrazione “risposte concrete sull’emergenza abitativa, dopo che negli scorsi mesi le vertenze della campagna per l’abitato non hanno avuto risposte”. Così, di buonora, il gruppo di attivsti ha forzato l’ingresso di Palazzo San Giacomo (un vigile urbano, che con alcuni suoi colleghi presidiano il portone, sarebbe rimasto leggermente contuso), per poi raggiungere gli uffici della Ragioneria al primo piano, dalle cui finestre hanno esposto uno striscione visibile dalla piazza. Nel frattempo sotto il palazzo comunale si sono radunati diversi uomini della Digos e delle forze dell’ordine, vigili del fuoco e sanitari del 118. Gli ativisti chiedono “l’apertura della struttura di via Settembrini che dovrebbe ospitare le persone in emergenza abitativa, così come previsto dalla delibera sull’albergaggio sociale”, una delibera “bloccata perché il Comune non ha stanziato i fondi necessari alla ristrutturazione degli edifici per la messa in sicurezza e non ha avviato le procedure per il censimento degli occupanti già esistenti”. Motivo per cui, “occupanti casa e attivisti per il diritto all’abitare hanno deciso di mettere pressione all’amministrazione comunale per ottenere una risoluzione immediata di queste annose vertenze”.
M.