(Adnkronos) – Napoleone Bonaparte è sparito. Il contestato ritratto del ‘flagello d’Europa’ appeso fino a qualche giorno fa sulla parete dell’anticamera dello studio del vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, a Montecitorio, non c’è più. Il parlamentare di Fratelli d’Italia ha vinto la sua battaglia sovranista contro il ‘conquistatore d’Italia’ e ‘depredatore delle nostre opere d’arte’. Il raffinato dipinto opera del pittore milanese Andrea Appiani, alfiere del neoclassicismo in Italia, che fine ha fatto? ”Napoleone è andato di nuovo in esilio?”, scherza un deputato. E’ stato ‘sfrattato’ dal Parlamento italiano o ha solo cambiato stanza?, si chiedono altri. No, è solo ‘traslocato’.
Rimosso di primo mattino, il quadro del generale còrso è stato spostato temporaneamente nella sala Aldo Moro, proprio di fronte al busto di bronzo che ritrae il volto dello statista Dc, che dà il nome al salone di rappresentanza, già denominato sala Gialla, per il colore di arredi e tappezzeria. E sempre lì, ma nella parte opposta, c’è il ritratto della (finta) Gioconda, che controlla a distanza quello di Appiani quasi a memoria retroattiva di una vexata quaestio sul furto dell’originale di Da Vinci, oggi esposto al Louvre. Il capolavoro di Leonardo, però, a onor del vero, secondo gli studi storici prevalenti, non fu mai rubato da Napoleone ma donato o forse venduto dal ‘genio italiano’ nel 1516 al sovrano francese Francesco I subito dopo il suo trasferimento a Parigi.
Secondo ambienti vicini all’esponente di Fdi, interpellati dall’Adnkronos, i cultori della ritrattistica napoleonica devono ritenersi soddisfatti perché nella nuova location il quadro dell’imperatore francese avrà un pubblico maggiore e una maggiore visibilità visto che la sala Gialla è accessibile ai visitatori del palazzo. Mentre la dislocazione precedente, secondo le stesse fonti, era riservata soltanto al passaggio dei parlamentari e quindi non fruibile al pubblico, la sistemazione attuale è più ricca di riferimenti storici e simbolici sui quali attirare l’attenzione del pubblico.
Al posto di Napoleone, sempre nella sua anticamera, Rampelli ha voluto un dipinto a olio del XIX secolo ,’Bagni di Lucca’, del vedutista Vincenzo Segarelli: di proprietà del Museo Capodimonte, il quadro è in deposito temporaneo a Montecitorio dal 1926. Tra le varie opere ancora disponibili nell’ambito della mobilità interna della Camera, è stata scelta questa in omaggio alla bellezza del paesaggio italiano, tutelato dall’articolo 9 della Costituzione, spiegano ambienti vicini al vicepresidente della Camera.
Anche il ritratto di Napoleone (cinto dalla corona d’alloro, il generale Napoleone veste un abito di velluto verde, ricamato con quadrifogli e foderato di setta, indossato in occasione della incoronazione a re d’Italia) è ”in deposito temporaneo” alla Camera dal 1927 ma risulta di proprietà della Pinacoteca di Brera. Già criticata la prima volta nel 2021, Rampelli aveva contestato la preziosa e rara tela di Appiani giusto qualche settimana fa, annunciandone lo ‘sfratto’. Oggi lo sfratto è stato eseguito.