Vigerà lobbligo per i musei italiani di far compilare un questionario ai visitatori che entrano gratis nelle giornate consentite, che sono stabilite dalle legge (aggiornata dal governo grillino-leghista) oppure dai direttori dei musei stessi. La domanda di presentare un questionario ai visitatori proviene dai magistrati del Consiglio di Stato, convocati per dare un parere sul decreto del ministero dei Beni culturali che ribalta il regime degli ingressi gratuiti. I magistrati hanno trovato, attraverso lintroduzione del questionario, la rilevanza dei “big data”. Sostengono, in parole povere, che il ministero deve verificare la maggior quantità di dati possibili su chi entra nel museo, in modo da valutare se si tratti di residente o turista, che ha più di 18 anni o meno, o che sia uomo o donna. Tutti questi numeri agevoleranno il ministero a comprendere – sottointendono i magistrati – qual è la conseguenza economica della scelta di permettere lentrata gratuita in una determinata domenica invece che in unaltra. Ed è su questa questione che i magistrati premono. A loro dire, il ministero è inciampato in un “peccato di omissione” quando ha redatto i nuovi provvedimenti. Si è scordato di sentire il parere degli stakeholder, cioè tutti i soggetti privati coinvolti nel sui musei. Ad esempio, i ristoratori, gli albergatori e ogni altro operatore del settore turistico. Se dunque il metodo dovrà essere scientifico e impeccabile, allora il ministero dovrà optare per una verifica annuale per mettere sotto esame il trend degli ingressi gratuiti nei musei e il profilo del visitatore. Anche su ciò si è espresso il Consiglio di Stato. Aperture a titolo gratuito che non coinvolgono nessun turista andrebbero subito rivalutate. Il decreto grillino-leghista prevede il libero accesso: nella prima domenica del da ottobre a marzo; per sette gironi consevuti che il ministero individuerà tra gennaio a marzo;in altre otto giornate selezionate dal direttore del Polo museale regionale e, per i musei e istituti autonomi, dal loro direttore; in alternative, in fasce orarie del giorno (fino ad arrivare a un massimo di otto giornate).