Un tuffo in mare da uno yacht insieme al padre e ad altri ragazzini che giocavano con lei in spiaggia, un momento di felicità e di allegria che oggi pomeriggio si è trasformato in tragedia a Santa Margherita di Pula, sulla costa sudoccindentale della Sardegna. Una bambina di 11 anni, Letizia Trudu, di Assemini (Cagliari), è finita sotto le eliche di un moto-yacht di 15 metri, morendo pochi istanti dopo sulla spiaggia, sotto gli occhi del padre Andrea, 57 anni, che si era tuffato con lei e che l’ha trasportata a riva insieme a un’altra persona. La dinamica dell’incidente non è ancora chiara. Denunciato a piede libero per omicidio colposo Maurizio Loi, il campione di surf che si trovava al timone dell’imbarcazione – non di sua proprietà – che ha ucciso la piccola. Loi è anche amico stretto della famiglia della piccola. La piccola ed il padre si erano tuffati dalla barca in acqua per raggiungere la spiaggia. Loi, secondo quanto ha spiegato ai carabinieri, ha avuto l’impressione che i due in acqua fossero lontani e ha iniziato la manovra di allontanamento. Proprio in quel momento è avvenuta la tragedia. La bambina è stata urtata dall’elica. L’attenzione del comandante dello yacht sarebbe stata subito richiamata dalle urla dei bagnanti. Avrebbe quindi spento i motori e, compresa la situazione, si è buttato in mare per soccorrere la bambina ferita trasportandola, con l’aiuto del padre della piccola, in spiaggia. Poi, secondo la testimonianza, è tornato nuovamente sulla barca che era alla deriva, portandola nel porticciolo di Marina Piccola dove l’imbarcazione è stata sequestrata. “Eravamo in spiaggia – racconta una testimone oculare, Francesca Ziccheddu – quando ho visto arrivare lo yacht, lo stesso che avevano visto il giorno prima. Ho subito chiamato mio figlio, avevo paura che potesse succedere qualche cosa e l’ho fatto uscire dall’acqua. Il giorno prima ho visto salire a bordo bambini, ragazzini, adulti che facevano i tuffi dalla poppa. Anche oggi l’imbarcazione ha fatto manovra, posizionandosi a circa 50 metri dalla riva”. Dalla plancetta di legno a poppa i ragazzini hanno iniziato a tuffarsi in acqua, tra questi Letizia Trudu e il padre. Non si sa bene cosa sia poi accaduto, forse i motori erano ancora accesi oppure lo yacht è stato messo in moto inavvertitamente. Purtroppo le eliche hanno dilaniato il corpo della bambina ferendola alla testa e al busto: tutto intorno a lei una grande chiazza di sangue. La ragazzina è stata subito soccorsa dal padre e da un altro adulto che si trovava vicino. In acqua, secondo alcuni testimoni, si sarebbe tuffato anche Maurizio Loi. La giovane vittima è stata trasportata a riva e avvolta in alcuni teli di spugna mentre i bagnanti hanno chiamato i soccorsi. Loi, a questo punto, avrebbe rimesso in moto lo yacht, allontanandosi dalla zona senza una apparente ragione. Secondo alcune testimonianze era stordito e sotto choc. A Santa Margherita di Pula sono arrivati i medici del 118, i carabinieri e la Capitaneria, ma ormai per la ragazzina non c’era più nulla da fare. Lo yacht è stato intercettato poco dopo e scortato fino a Cagliari. Loi è stato portato in caserma al Comando provinciale dei carabinieri, sulla sua testa pende l’accusa di omicidio colposo e dovrà spiegare perché si è allontanato dalla zona. Secondo i residenti non è la prima volta che yacht come quelli si avvicinano così tanto alla riva. “Volevamo chiamare già ieri la Guardia costiera – racconta uno di loro – adesso è troppo tardi”.