Il programma H 17:00 Il senso di Roma di Livia Cannella (durata 30 min)
Proiezione del documentario e incontro con l’autrice Un cortometraggio che racconta il backstage e i luoghi di oltre venticinque anni di attività di questa artista nelle varie location dell’Estate Romana e delle Notti Bianche. Uno sguardo ininterrotto sulla città notturna attraverso la creazione di inediti paesaggi visivi che, evocando suggestioni e memorie della città eterna, ne restituiscono un senso amplificato. Livia Cannella ha voluto ricostruire in venticinque minuti, attraverso frammenti di video catturati nel corso dei mille allestimenti, la suggestione di una città amata, vissuta, tratteggiata nel percorso degli eventi scenografici e delle installazioni artistiche: lavori che hanno al centro un uso artistico e sapiente della luce e dei linguaggi multimediali/audiovisivi e che hanno toccato in particolare il patrimonio storico-monumentale e archeologico e i siti museali di questo straordinario Museo a cielo aperto che è Roma. H 18:15 La politica culturale dopo Renato Nicolini: lo spettacolo e la creatività ai tempi dei tagli alla cultura e della burocrazia dei bandi.
Introduce Marco Testoni
Incontro dibattito con amministratori, associazioni, operatori culturali, artisti e cittadini. Un momento di confronto tra le componenti più significative della progettazione culturale pubblica intorno a temi quali: spazio pubblico e spettacolo, casa delle culture e rigenerazione culturale dei luoghi, modalità dei bandi e iter tecnico-amministrativo, i costi della cultura “senza scopo di lucro” e i modelli di finanziamenti alternativi per l’arte pubblica. Un dibattito che partendo dall’esperienza delle geniali stagioni storiche dell’Estate Romana (1977-1985) ideate da Renato Nicolini vuole riflettere sui nuovi scenari della politica culturale odierna. Una realtà dove lo stesso ruolo dell’Assessore alla Cultura è stato fortemente ridimensionato e ampie aree della sua sfera operativa sono state demandate a società partecipate, fondazioni e istituzioni che gestiscono buona parte della programmazione culturale cittadina senza alcun confronto con gli operatori culturali, le associazioni e gli artisti. Una politica culturale priva di una visione organica che affida unicamente le sue linee guida alle richieste formali e alla logica tecnica dei bandi senza alcuna attenzione alle esigenze della cittadinanza e delle realtà già attive nel territorio. |