“Tra i migranti sbarcati ci sono anche malati oncologici che non si possono curare nei paesi da cui scappano, ma la stragrande maggioranza è vittima di torture e violenze”. Alida Serrachieri è project medical referent di Medici senza frontiere a Lampedusa e da settimane trascorre molte ore del giorno e della notte sul molo Favaloro ad accogliere migranti. “Dalla mezzanotte ad ora sono arrivate oltre 800 persone”, spiega in una intervista all’Adnkronos. Ma qual è la situazione sanitaria? “Molti di loro arrivano da due tre giorni di viaggio – racconta Serrachieri- abbiamo sbarcato sia persone partite dalla Libia che dalla Tunisia, quelli provenienti dalla Libia erano particolarmente provati. Tra loro ci sono molte vittime di torture. Sono di diverse nazionalità, sudanesi, dell’Africa sub sahariana, e poi ovviamente della Tunisia”. “La maggior parte sono uomini adulti e minori non accompagnati – dice – ma ci sono anche donne e bambini”. E le donne hanno subito “quasi tutte violenze sessuali”.
La dottoressa Alida Serrachieri lavora per Medici senza frontiere dal 2017. Ma è la sua prima volta a Lampedusa, ma in passato ha fatto soccorsi anche in mare. “Dalla mia prima esperienza nel 2016 – racconta – ci sono sempre e stesse storie di violenze e abusi, di inumanità, insomma”.
Ma cosa prova un medico di Msf durante uno sbarco? “E’ un mix di sensazioni – dice la dottoressa – nel momento del soccorso la sensazione che comunque prevale è quella della speranza, un senso di contentezza e poi nel corso del tempo si tramuta in tristezza perché ascoltandoli percepiamo le loro storie difficili, piene di dolori”.
E ricorda che “ci sono paesi che non sono nella lista di quei paesi che non sono ritenuti sicuri, l’Afghanistan, ad esempio, non era nella lista, fino a poche settimane fa. Il concetto di paese sicuro lascia il tempo che trova”.