“Dicono che dovevamo rifiutarci di mettere i ceppi, ma non sapevamo ci fosse un pericolo del genere. Tutti sapevano (del problema alla cabina 3), non si può scaricare la colpa sugli operai. Spero di non finire indagato, ho la coscienza a posto però sfido chiunque a essere tranquillo adesso”. Così Emanuele Rossi, uno degli operai della funivia del Mottarone, in servizio alla stazione di partenza la mattina in cui hanno perso la vita 14 persone, risponde ai microfoni di alcuni giornalisti.
“Noi prendiamo ordini dal capo servizio e nessuno si aspettava un pericolo del genere. Il responsabile è il capo servizio (Gabriele Tadini ai domiciliari, ndr), se lui o l’ingegnere mi dicono di fare qualcosa io la faccio”, spiega l’operaio che ricorda come “i ceppi erano su da tre settimane”.
“Sinceramente ero tranquillo, io mi fidavo della funivia e dei miei superiori non avrei mai pensato che potesse diventare una cosa così pericolosa”. Alla domanda se il gestore dell’impianto e il direttore d’esercizio sapessero replica: “Penso di sì”, ma è solo “una supposizione”.